Sulla vicenda Mafia Capitale nessuno può cantare vittoria. Non c’è solo l’inchiesta del Mondo di Mezzo. Il virus della corruzione colpisce a largo raggio. Nessuno può dire non aver scheletri nell’armadio. In particolar modo i grillini, che gridano onestà, onestà ma hanno esponenti coinvolti in varie parti del Paese in inchieste su teatri, rifiuti, campi sportivi e abusi edilizi. Con la sentenza della Cassazione si chiude una vicenda che aveva trasformato Roma dalla capitale d’Italia a una capitale di mafia. Dopo la decisione dei giudici sono stati eseguiti nella notte dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Roma gli arresti. A finire in manette nove dei 32 imputati di Mafia Capitale. Condannati tutti in via definitiva dai giudici della Suprema Corte. Gli arrestati sono stati portati nei penitenziari di Rebibbia e Regina Coeli. In carcere sono finiti Mirko Coratti, Andrea Tassone, Giordano Tredicine, Sandro Coltellacci, Franco Figurelli, Guido Magrini, Mario Schina. E anche Claudio Turella e Marco Placidi.
Mafia Capitale, applicata anche la legge “spazzacorrotti”
Gli ex esponenti del Pd Tassone e Coratti, dovranno scontare una pena residua di oltre tre anni. In particolare per loro due è stata applicata la legge “Spazzacorrotti”. L’ex presidente dem dell’Assemblea capitolina Coratti dovrà quindi scontare una pena residua di tre anni, sette mesi e sei giorni di reclusione. Con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione per quattro anni e 6 mesi. L’ex presidente del X Municipio Tassone dovrà invece scontare una pena residua di tre anni, 11 mesi e 16 giorni di reclusione. Con pena accessoria di interdizione perpetua dai pubblici uffici. E anche incapacità di contrarre con la pa per 5 anni e interdizione legale durante l’esecuzione della pena.
Gli altri arrestati
Giordano Tredicine, ex consigliere comunale del Pdl, deve scontare una pena residua di un anno, nove mesi e 5 giorni. Nei suoi confronti una pena accessoria di incapacità di contrattare con la pa per due anni e sei mesi. Sandro Coltellacci deve scontare una pena residua di due anni, 10 mesi e 2 giorni di reclusione con una pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici e incapacità di contrarre con la pa per 5 anni. Mentre Franco Figurelli ha una pena residua di due anni, 10 mesi e 3 giorni di reclusione con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici e incapacità di contrarre con la pa per 5 anni e l’estinzione del rapporto di pubblico impiego.