L’ultimo saluto a Paolo Bonaiuti. L’omaggio sincero di tanta classe dirigente e di tanti amici

18 Ott 2019 14:49 - di Redazione

Al via a Sant’Ivo alla Sapienza l’ultimo saluto a Paolo Bonaiuti, storico portavoce di Silvio Berlusconi per moltissimi anni. Bonaiuti è morto lo scorso 16 ottobre, a Roma, a 79 anni. Nel cortile della chiesa romana tantissimi in attesa di entrare in chiesa. Tra i primi ad arrivare Gianfranco Fini, ex leader di An, poi l’ex premier Paolo Gentiloni, il senatore Pierferdinando Casini. E ancora il vicepresidente di Fi, Antonio Tajani, l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin e Fabrizio Cicchitto. Tantissimi i giornalisti presenti, tra gli altri Clemente Mimun, Giovanni Floris, l’ex direttore del Messaggero Mario Pendinelli, Piero Vigorelli e l’editore di Adnkronos Giuseppe Marra.  Ultimo ad entrare in chiesa è stato Silvio Berlusconi, appena rientrato dall’Umbria. Tantissimi anche i parlamentari presenti e la gente comune. A seguire il feretro i familiari, con la moglie di Bonaiuti, signora Daniela (nella foto davanti alla bara).

Moltissimi parlamentari presenti ai funerali

Nello storico edificio del Borromini, a pochi passi dal Senato, tanti sono arrivati a dare l’ultimo saluto a Paolo Bonaiuti. Tra i politici anche l’ex ministro Angelino Alfano, Gianni letta, Luigi Zanda, Maurizio Lupi, Francesco Giro, Mario Baccini, Lorenzo Cesa, Maurizio Gasparri, Elio Vito, Francesco Storace, Filippo Sensi, Ugo Sposetti, Roberto Calderoli e Giorgio Mulè.

Berlusconi: “Bonaiuti, un gentiluomo e un amico”

“Un gentiluomo che aveva un senso profondo dell’amicizia”. Così Silvio Berlusconi, lasciando la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza dove si sono svolti i funerali di Paolo Bonaiuti, storico portavoce dell’ex premier, sottosegretario e parlamentare.  “l’ho stimato da subito”, dice il Cavaliere, ricordando il suo primo incontro con Bonaiuti. Berlusconi ricorda Bonaiuti: “Ottimo giornalista, di grande chiarezza, ci siamo trovati bene insieme”.

“Quando era vicedirettore del Messaggero, me lo trovai in ufficio, ‘sono venuto, visto come sta agendo da presidente del Consiglio, sono venuto per dirle che sono disposto a collaborare con lei’. Da allora iniziò una collaborazione che è durata 18 anni, e fu completa, sedette sempre vicino a me e a Gianni Letta nelle decisioni da assumere, portando un contributo di intelligenza”.

“Alla fine le cose in Italia sono andate come sono andate” ci sono state “presi di posizione da parte di uomini di Fi che lui non ha condiviso”, aggiunge il Cavaliere.

“Così venne a dirmi ‘io non posso più collaborare con queste persone che sono lontane dal giusto comportamento’, io gli dissi Paolo fai quello che credi, dicendo che questo non doveva invalidare la nostra amicizia e lui mi disse non se ne parla neppure e diede le dimissioni”.

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