La svolta “gretina” del Vaticano: «Siano confessati anche gli eco-peccati»
Peccati tradizionali, ma anche «eco-peccati», quelli contro l’ambiente, la nostra «casa comune», come il Papa aveva definito il pianeta nell’Enciclica sull’ecologia integrale Laudato si’. L’enciclica fu pubblicata nel giugno 2015. La Chiesa deve lavorare ancora di più in questa direzione, facendo capire la gravità delle azioni contro la natura. Non solo: anche i soprusi che si fanno all’ambiente devono essere considerati peccato. È stata una delle proposte oggetto di discussione al Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia in corso in Vaticano sino al 26 ottobre.
La Chiesa punta sullo sviluppo sostenibile
La proposta è emersa nel corso della quarta congregazione generale che si è svolta ieri. Il Vaticano ha fatto sapere che i vescovi hanno «sottolineato uno sviluppo sostenibile che sia socialmente giusto e inclusivo e combini conoscenze scientifiche e tradizionali, perché il futuro dell’Amazzonia, realtà viva e non museale, è nelle nostre mani».
In confessionale arrivano gli «eco-peccati»
«Auspicata inoltre – ha fatto sapere ancora la Santa Sede – una conversione ecologica che faccia percepire la gravità del peccato contro l’ambiente alla stregua di un peccato contro Dio, contro il prossimo e le future generazioni. Da qui la proposta di approfondire e divulgare una letteratura teologica che includa insieme ai peccati, tradizionalmente noti, i ”peccati ecologici”».