La sugar tax arriva nella manovra, ma le merendine sono “salve”. Gioisce solo Fioramonti
Nella manovra rientrerà “la cosiddetta sugar tax, che sarà limitata alle bevande e non si occuperà di merendine”. Lo chiarisce il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nell’intervista pubblicata oggi sul Sole 24 Ore.
Su Twitter il ministro dell’Istruzione commenta : “Non era un’idea campata in aria, no? Non mi aspetto di essere ringraziato dal governo, ma mi aspetto che i proventi vadano tutti a scuola eu università. Sarebbe il minimo sindacale”.
Si mette subito di traverso Italia Viva. “La cosiddetta sugar tax è una tassa sulle bibite gassate, non sulle merendine (spero che il ministro Fioramonti sappia distinguerle)”, dichiara Luigi Marattin, capogruppo di Italia Viva in Commissione Bilancio della Camera. “E il gettito -continua – non è finalizzato, ma va a copertura della manovra. Questo balzello non è una buona idea. Al ministro Fioramonti gli auguri di buon lavoro per la sua attività, che speriamo, prima o poi, smetta di includere il parlare di argomenti su cui non sembra avere piena familiarità”.
Sugar tax, le reazioni all’annuncio di Gualtieri
“Non si educa la popolazione con le tasse. Soprattutto se si tratta di tasse di scopo per presunti danni alla salute pubblica non sostenuti da evidenze scientifiche”, reagisce così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare. “Con questa tassa – spiega Vacondio – si contribuirebbe solo ad elevare il costo della vita, a svantaggio delle famiglie a basso reddito”.
Assobibe replica così all’annuncio: per gli stessi motivi per cui si è ritenuto di non aumentare l’Iva, “non è comprensibile l’introduzione di una serie di misure fiscali che aumenteranno il costo dei prodotti”. Per Assobibe “è incomprensibile parlare di Sugar Tax quando si escludono tutti i prodotti contenenti zucchero e si applica solo alle bevande zuccherate, che in Italia hanno consumi contenuti e in calo da 10 anni”.
Si tratta di “una misura economicamente dannosa per un settore, fatto di piccole e grandi aziende, che genera valore e occupazione anche a livello locale con la produzione di aranciate, cedrate, cole, gazzose, spume, acque toniche e chinotti, e contestualmente inefficace dal punto di vista della salute pubblica”.