Il taglio dei parlamentari diventa legge. Le giravolte del Pd

8 Ott 2019 18:49 - di Giovanna Taormina
correttivi

Taglio dei parlamentari: la Camera ha approvato in via definitiva la riforma costituzionale. I voti favorevoli sono stati 553, 14 i contrari e due astenuti. Hanno votato a favore le forze di maggioranza (M5S, Pd, Italia Viva, Leu) e le forze di opposizione (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia), più alcuni deputati del gruppo Misto. Uniche forze del Parlamento contrarie al taglio sono state +Europa (3 deputati) e Noi con l’Italia (4 deputati guidati da Maurizio Lupi). Ha votato in dissenso dal M5S il deputato Andrea Colletti, mentre la dem Angela Schirò, eletta all’estero, si è astenuta.  Mentre il renziano Roberto Giachetti, pur avendo votato sì, ha annunciato che chiederà il referendum per bloccare il testo appena approvato. Pochi minuti dopo l’annuncio, i 5 stelle si sono presentati davanti a Montecitorio per festeggiare il taglio dei parlamentari: i grillini hanno esposto uno striscione con le foto delle poltrone e accanto delle gigantesche forbici di cartone.

Taglio dei parlamentari: il sì del Pd

Giravolta del Pd che dopo aver votato per ben tre volte (due al Senato e una alla Camera) contro il provvedimento ha votato sì. L’iter della riforma, però, non si conclude oggi: parlamentari, elettori o Regioni possono ancora chiedere un referendum confermativo per bloccare la nuova legge. Sul provvedimento si è misurata la tenuta del governo. I dem dopo aver inghiottito i diktat di Luigi Di Maio hanno ceduto sul sì. Una giravolta confermata anche da Graziano Delrio: «Pensavamo e pensiamo che il Parlamento non sia un luogo oscuro ma la casa della democrazia – ha sottolineato – Il nostro no era a difesa di questa istituzione e proprio perché abbiamo ottenuto garanzie a questi principi ora diciamo sì convintamente».

Zingaretti cerca di salvare la faccia

E anche Nicola Zingaretti ha cercato di giustificare il sì: «Abbiamo tenuto fede a primo impegno programma di governo». Su Facebook il segretario del Pd ha scritto: «La riduzione dei parlamentari è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni. Oggi abbiamo deciso di votarlo tenendo fede al primo impegno del programma di governo». E poi ha spiegato per salvare la faccia: «Abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano. Ecco il motivo del nostro sì, rispetto al no che avevamo dato qualche mese fa. Ora andiamo avanti per migliorare la vita degli italiani».

Soddisfatto Matteo Salvini che subito dopo il voto ha detto: «A differenza del Pd e dei 5 stelle, la Lega non tradisce e mantiene la parola». Fratelli d’Italia ora chiede una riforma presidenziale e soprattutto la fine della nomina dei senatori a vita.

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