Il Secolo d’Italia ci aveva azzeccato: indagine sull’elezione di Miccichè. In ballo i diritti tv

19 Ott 2019 12:59 - di Redazione

Sui diritti televisivi e sull’elezione di Gaetano Miccichè al vertice della Lega Calcio possiamo dire che il Secolo d’Italia ci aveva preso.

A quanto pare è partita un’indagine dalla procura della Federcalcio sulla regolarita’ dell’elezione del presidente Gaetano Micciche’. Alla vigilia di mesi chiave per l’assegnazione dei diritti tv, con la fine del quadriennio olimpico dietro l’angolo, e’ inevitabile prevedere nuove tensioni dopo l’apertura dell’istruttoria, annunciata ieri in serata dall’ANSA, da parte del procuratore federale Giuseppe Pecoraro. Tutto è partito dalle frasi con cui il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, nei giorni scorsi ha messo in dubbio la regolarita’ del voto dell’assemblea di Lega che il 19 marzo 2018 nomino’ al vertice della Serie A il banchiere siciliano, presidente di Banca Imi, e membro del cda di Rcs.

Il conflitto di interessi di Miccichè

“Quando le cose non sono fatte correttamente, alla fine la verita’ viene a galla”, ha dichiarato Preziosi in un articolo del 4 ottobre di Businessinsider, spiegando che c’era “un chiaro disegno politico” dietro l’andamento di quel voto, che mise fine a un doppio commissariamento, prima con Carlo Tavecchio e poi con Malago’. Per la sua istruttoria, Pecoraro ha chiesto “con cortese urgenza” alla Lega il verbale di quell’assemblea, nonche’ la registrazione audio dei lavori e l’eventuale trascrizione. Come per ogni elezione su persone, serviva il voto segreto. Ma, anziche’ la maggioranza qualificata, Micciche’ aveva bisogno dell’unanimita’ per l’elezione, come prevedeva lo statuto appena rinnovato (solo poi recepito dalla Figc).

Questo per evitare il conflitto di interessi di chi ha ricoperto incarichi in istituzioni private di rilevanza nazionale in rapporto con i club o i loro gruppi di appartenenza.

Non ci fu il voto segreto

La votazione segreta seguì alle dichiarazioni pubbliche di voto (tutte a favore di Micciche’). In particolare insistettero l’ad della Roma, Mauro Baldissoni, e il presidente della Juventus, Andrea Agnelli. Alla fine Micciche’ risultò eletto per acclamazione senza lo scrutinio delle schede, che sono tuttora custodite nell’urna elettorale sigillata (3-4 non avrebbero su scritto il nome del presidente poi eletto). Nessuno ha impugnato nei tempi previsti quella votazione e il verbale dell’assemblea fu approvato all’unanimita’ in quella successiva, ma gli scenari sono ancora imprevedibili. Micciche’ rischia di trovarsi in una posizione scomoda, e per alcuni anche lo stesso Malago’. Il banchiere non commenta, parlera’ lunedi’ davanti all’assemblea. Era all’ordine del giorno ma e’ destinato a slittare di un paio di settimane l’aggiornamento della proposta avanzata da Mediapro per i diritti tv. Si parla di 1,3 miliardi all’anno per il canale della Lega partendo dal triennio 2021-24. E’ una delle grandi partite sullo sfondo di questo nuova scossa che agita il mondo politico del calcio e dello sport italiano.

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