Franceschini ha gli incubi e ce li propina a La Stampa. Vuole l’alleanza eterna con i Cinquestelle

26 Ott 2019 9:33 - di Redazione
Porro

“Mi ha fatto piacere vedere sullo stesso palco Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza, era quello che speravo avvenisse ed è avvenuto anche più fretta del previsto”. Lo dice Dario Franceschini, ministro della Cultura e capodelegazione Pd al governo, una specie di incubo che ha raccontato  a La Stampa.

Vogliono perdere sempre

“Questa in Umbria è la prima tappa di un percorso che deve durare nel tempo. Quindi è giusto metterci la faccia”. Franceschini spiega: “Da subito ho creduto che questo dovesse essere l’inizio di un percorso che deve portare a costruire un’alleanza elettorale tra centrosinistra e cinque stelle, in grado di governare il paese. E di allearsi nelle regioni, nei comuni e di sconfiggere la destra, creando in Italia un nuovo bipolarismo. Un campo riformista contro una destra che ha il baricentro spostato verso le estreme, che non è più quello degli anni di Berlusconi”. E anche in caso di sconfitta in Umbria, il progetto va avanti: “Questo è un discorso strategico che deve proseguire nel tempo. Dopo l’Umbria, ci saranno Calabria, Emilia Romagna, poi sempre nel 2020 Toscana, Liguria, Campania. Tutte le alleanze hanno vittorie e sconfitte. Io sono ottimista sul risultato in Umbria“. E in Emilia? “Credo che in Emilia ci siano tutte le condizioni perché Bonaccini, che ha governato bene, vinca. La dico più semplice: ci sono le condizioni perché il centrosinistra vinca anche da solo. Detto questo, con l’alleanza che spero si faccia con i 5Stelle, in Emilia non c’è partita”.

“Se cade Conte, si vota”. Figurarsi…

Si convincerà Di Maio? “Un passo alla volta”. E l’assenza di Matteo Renzi ieri a Narni? “Non voglio enfatizzarla. (…) Italia Viva è appena nata, è stabilmente dentro il governo e credo che Renzi sosterrà in Emilia Bonaccini e gli altri candidati nelle regioni, senza esitare”. Anche lei vede il profilo di Draghi che si staglia all’orizzonte? O sarà una riserva spendibile nella partita per il Colle nel 2023? «Penso che Draghi col lavoro straordinario che ha fatto in Europa sia una delle personalità italiane più autorevoli dentro e fuori i nostri confini. Inserirlo nei toto-nomi è inutile e fa perdere solo tempo”. Quindi se succede il patatrac si andrà a votare? “Il governo Conte è l’ultimo di questa legislatura e se si logorasse l’alleanza non si capisce come si potrebbe fare un governo con la stessa alleanza il giorno dopo. E non è una minaccia, ma una constatazione”. Esattamente come la colla che li tiene aggrappati alle poltrone. Del resto, questa uscita di Franceschini non è la prima.

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 26 Ottobre 2019

    E per forza, ormai sono alla frutta. Alle prossime elezioni non avranno più nessuno da candidare. Avanti così che ne vedremo delle belle, alleatevi con i 5S, così spariranno pure loro, tanto poco manca, e meno male!