Ecco la tassa su colf e badanti: mimetizzata nella manovra, il governo vara l’imposta più infame
Ecco la tassa su colf e badanti: è questo l’ultimo terreno scivoloso su cui si è avventurato il governo giallorosso. L’esecutivo a caccia di denaro è in procinto di ripristinare vecchie abitudini, propinando nuove gabelle. Le famiglie italiane non ci stanno e insorgono contro l’iniziativa fiscale inserita nella Manovra e anticipata ieri dalla “Nota di aggiornamento”.
Ecco la tassa su colf e badanti: il governo prepara un’altra stangata
Dunque, come riferisce il Corriere della sera, ripreso in queste ore dal sito de Il Giornale, nella Nota di aggiornamento che precede la legge di Bilancio non c’è traccia di «nessun aggravio dell’Iva». In compenso, però, nella Manovra «verranno inserite alcune misure, volte a combattere l’evasione fiscale, che riguarderanno settori specifici. Cosa che, è facilmente prevedibile, complicherà non poco l’incontro con imprese, sindacati e associazioni di categoria, in calendario per lunedì a Palazzo Chigi.
Tra tagli e gabelle, con la Manovra arriva la stangata
Intanto, tra tagli e nuove imposte, le reazioni dei contribuenti non si sono certo fatte attendere. E come riferiscono i quotidiani citati, i dipendenti pubblici hanno protestato il minuto dopo aver appreso che nella Manovra potrebbero non essere previsti fondi per eventuali rinnovi contrattuali. Gli agricoltori e gli autotrasportatori, invece, hanno paventato il rischio del taglio sui sussidi per il carburante, tutt’altro che scongiurato.
Le famiglie non ci stanno: non siamo esattori
Ma, come anticipato, il boccone più amaro è quello riservato alle famiglie, non per niente in rivolta contro la prospettiva evocata dal governo tra le righe della manovra di doversi improvvisare “sostituti di imposta”. Come spiegato in diversi servizi dal sito del Giornale, per esempio, l’ipotesi ventilata dal Governo, nell’ottica del contrasto al lavoro nero – un rischio presente nella contrattualizzazione di colf e badanti – infatti, era quella di «far versare ai datori di lavoro una tassa per conto dei propri dipendenti». Una prospettiva subito bocciata dalla Assindatcolf che a riguardo ha dichiarato: «Sarebbe intollerabile fare cassa a spese delle famiglie».
Sono italiana, sono anni che lavoro nell assistenza a domicilio, e altrettanti anni che faccio la dichiarazione dei redditi, pagando quindi l irpef. So per certo, che tante mie colleghe, italiane o straniere chessia non sanno manco cos è… Perciò concordo che l evasione in questa categoria sia altissima, per ignoranza, per poca informazione. Giusta, dunque, questa riforma.
Scusate, una riflessione semplice semplice; ma tutti gli anni alle badante con regolare busta paga, viene consegnato il CUD, da parte del Datore di Lavoro, documento che riporta tutto quanto corrisposto nell’anno fiscale trascorso alla lavoratrice/ lavoratore.
Cosa costerebbe, anche al rinnovo del permesso di soggiorno richiedere il 730 alle badanti, dimostrando la loro regolarità contributiva, piuttosto che creare grossi problemi alle persone anziane che si vedrebbero quantomeno rincarare comunque il costo da parte dei CAF che fanno le buste paga attuali? Perchè ai lavoratori dipendenti e non, bastano semplici controlli dell’Agenzia delle Entrate per vedere se uno è in regola con i versamenti e alle badanti e colf, no ? Ricordiamo i “raid” di Equitalia per noi italiani (ma ora la razza non c’entra non mi fraintendete).
Non capisco, sono arrivato a pensare che forse all’INPS convenisse comunque ricevere i pagamenti dei contributi dei datori di lavoro, sapendo che per la maggior parte non verranno rivendicati (se è vero che non tutte le badanti pagano le tasse).
Mi pare che come al solito si voglia far apparire cattivi gli altri, che in questo caso sono i poveri anziani, che hanno bisogno in primis del servizio di assistenza, mal garantito dai servizi pubblici (per carenza di personale e alla continua ricerca di assurdi risparmi)… .Certo resta sommerso il caso in cui la badante lavori a nero, ma se non erro una badante non può restare in Italia se non dimostra di avere un lavoro, quando rinnova il suo permesso di soggiorno. Non saremo allora mica pieni di clandestini ?….. .