Contante, decisi i nuovi limiti. Ecco come il “secchione” Conte ci mette le spie nei portafogli

21 Ott 2019 13:50 - di Fabio Marinangeli
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A scuola Conte era un secchione, per sua stessa ammissione. E sempre per sua ammissione non apriva «mai i libri di matematica». Però era lo stesso tanto bravo, perché «era attento in classe». Probabilmente pensa invece che gli italiani non lo siano e quindi fa la lotta al contante. Così chi fa la spesa non deve preoccuparsi di controllare se il resto è giusto. O più probabilmente il premier e il governo giallorosso vogliono controllare anche l’aria che la gente respira.

Escono le prime conferme. A decorrere dal primo gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2021 il divieto per l’utilizzo del contante è fissato a 2.000 euro. A decorrere dal primo gennaio 2022 il divieto scatta a 1.000 euro. È la soglia confermata nell’ultima bozza del decreto fiscale in materia di modifiche al regime di utilizzo del contante.

La norma, spiega la relazione illustrativa, introduce modifiche volte a ridurre progressivamente la soglia. Lo fa secondo una logica transitoria spalmata sul prossimo biennio, dapprima a 2.000 euro e successivamente a 1.000 euro. Così limita le transazioni in denaro contante che possono essere effettuate al di fuori del circuito degli intermediari bancari e finanziari abilitati.

La norma vigente prevede il divieto di trasferire denaro contante e titoli al portatore in euro e in valuta estera per un valore complessivamente pari o superiore a 3.000 euro. La disposizione, si legge nella relazione tecnica, non produce nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, essendo peraltro assistita da una regime transitorio capace di neutralizzare qualsiasi effetto a regime.

Continuano le prese di posizione. È «giusto» incentivare i pagamenti elettronici, «senza però penalizzare il legittimo ricorso al contante». Lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione del forum di Conftrasporto a Cernobbio. «Il miglior incentivo alla diffusione della moneta elettronica resta la riduzione di costi e di commissioni. Ecco qui occorre che la prossima legge di bilancio faccia chiarezza». Sangalli ha sottolineato che «ad oggi sono certe le sanzioni per la mancata dotazione del Pos, ma non vi è nulla di definito circa la riduzione dei costi e delle commissioni a carico tanto dei consumatori quanti delle imprese».

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