Con “Oro e Piombo” torna lo “spaghetti western”. Un omaggio a Sergio Leone che strizza l’occhio a Tarantino

18 Ott 2019 18:14 - di Greta Paolucci
spaghetti western

Torna il western all’italiana. E torna in grande stile, con un omaggio al maestro del genere di sempre: Sergio Leone. Già, perché Oro e Piombo, un film nato per la determinazione del regista Emiliano Ferrera, uno studioso e grande appassionato del genere. Sviluppato e arrivato a vedere la luce grazie alla passione di una realtà indipendente che ha auto-prodotto il progetto. Che ha potuto contare sulla collaborazione di grandi professionisti del settore sia tecnico che artistico, oggi è un film riuscito. Un lavoro che ricalca le orme dei grandi spaghetti western di ieri rilanciati nel segno del virtuosismo digitale.

Oro e Piombo, tornano gli spaghetti western

Campi lunghi. Figure ieratiche. Sguardi penetranti e dialoghi affidati all’immagine prima ancora che alla sceneggiatura, Oro e Piombo nasce come omaggio al western all’italiana e ai suoi miti. Un cinema rivalutato tardi dalla critica integralista, che lo ha spesso declassato a genere di seconda scelta. Un filone importante a cui solo una tardiva rivalutazione dell’intera filmografia di Leone ha potuto restituire dignità e forza spettacolare. È in questo contesto, e dopo il successo del Django uncheined di Quentin Tarantino, che si colloca il film diretto da Ferrera che, se da un lato strizza l’occhio a I Magnifici 7, dall’altra guarda a tutta quella produzione seriale che ha alimentato un filone ricco e nutrito di successi di cassetta per circa un quindicennio. Un arco di tempo compreso grosso modo fra il 1964 e il 1978, quello in cui il western conobbe una rinnovata popolarità proprio nel Belpaese, dopo un periodo di decadenza. Connotandosi influenzando successivamente anche i temi e le convenzioni del genere western di produzione non europea.

Il cast artistico e tecnico

Il genere, dopo l’esplosione incredibile degli anni ’60 e ’70, scomparve repentinamente quasi del tutto. Dando vita a pochissimi film negli anni ’80 e ’90 e di non ragguardevole successo. Eccezion fatta solo per Bud Spencer e Terence Hill, con i quali, a partire dagli anni Settanta, si inaugurò una sorta di divertente parodia degli spaghetti-western. Dunque, bentornato a Oro e Piombo. La cui sceneggiatura si basa su una storia vera di dolore e di vendetta. Di colpa e di espiazione. Alla quale si è voluto aggiungere l’ impatto emotivo di un protagonismo al femminile su una scena notoriamente intesta ai gringo. L’eroina è infatti una donna (Yassmin Pucci), una sorta di Clint Easwood con la gonna. Il resto è frutto dell’amore e dell’impegno di artigiani di livello. Dalla dalla fotografia Armando Barberi, al supporto di un esperto storico d’armi come Marco Fanciulli, (noto per essere stato il braccio destro del grande Giuliano Gemma). E ancora, di uno stunt-coordinator come Tiziano Carnevale e di due horse-training come Antonio Di Santo e Angelo Allegretti, conosciuti a livello internazionale.

La colonna sonora

I costumi d’epoca originali sono stati scelti dalla costumista Rosanna Grassia, mentre la colonna sonora ha potuto contare sulla collaborazione dei “ I dollari d’onore” che si sono occupati della colonna sonora. La loro musica tipicamente western punteggia perfettamente le splendide atmosfere del film, tipiche di un genere che ha sempre puntato moltissimo sul commento sonoro. Girato tra un set a cielo aperto, interamente ricostruito alle porte di Roma e una location messa a disposizione dal parco di Cinecittà World per realizzare alcuni esterni, Oro & Piombo, il 28 settembre scorso ha già conquistato il premio come Miglior Opera Prima 2019, presso il Terra di Siena Film Festival

 

 

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