Bonus Befana? Ci casca solo chi crede ancora a Babbo Natale

1 Ott 2019 14:00 - di Ernesto Ciecaquaglia

Avete mai visto un idraulico andare in giro con un macchinetta per i pagamenti in Pos? E lo stesso discorso vale anche per l’imbianchino (chiamato anche “pittore”  in omaggio Tintoretto e Van Gogh). Che dire poi del falegname che ci ripara la porta che cigola o del muratore che elimina l’umidità sul muro della camera da pranzo? Pensare che tirino fuori la macchinetta bancomat dalla borsa degli attrezzi è come immaginare che un vegano si abbuffi a braciole e salsicce. Chi crede possibile una cosa simile è proprio uno che crede ancora a Babbo Natale.

Eppure questa inverosimile circostanza è proprio quella su cui puntano  il premier Giuseppe Conte il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nell’annunciare il cosiddetto Bonus Befana, vale a dire il “premio” di circa cinquecento euro che riceverenno, ai primi di gennaio del 2021 (intorno appunto all’Epifania), tutti coloro che saranno riusciti a pagare in forma elettronica, nel corso del 2020, gli artigiani che ci risolvono i problemi domestici. Parliamo di una categoria di lavoratori autonomi ritenuta particolarmente vocata a evadere le tasse. Sbarcare su Marte potrebbe risultare un’impresa più facile.

E non finisce qua. Gli ineffabili ministri del Conte bis intendono allargare il Bonus Befana anche a coloro che pagherenno  il ristorante con il bancomat o con la carta di credito per  ammontare complessivo annuo di almeno 2.400 euro, che poi sarebbero 200 euro al mese. Mi dite quanti italiani si possono permettere di spendere una cifra simile ogni 30 giorni?

Il bello è che il governo ritiene di poter recuperare, con il Bonus Befana, la bellezza di 7 miliardi di euro dall’evasione fiscale. Pensiamo che i primi a credere ancora alla Befana e a Babbo Natale siano proprio Conte, Gualtieri e tutto il Consiglio dei ministri.

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