Bibbiano, si fa luce sul caso della bambina di Reggio strappata ai genitori

1 Ott 2019 9:12 - di Redazione

Il caso Bibbiano riemerge con nuovi particolari. Proseguono i lavori della Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna. I consiglieri di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri e Michele Facci hanno chiesto conto del caso della bambina di Reggio allontanata dai genitori da forze dell’ordine travestite da operatori Enpa: «Quelle diffuse sono immagini allucinanti, servivano davvero 11 persone come per catturare un latitante? Chi decide delle modalità di intervento?», hanno chiesto i consiglieri FdI.

«L’allontanamento era stato deciso dal Tribunale per i minorenni – ha detto Daniela Scrittore, funzionaria del Comune di Reggio Emilia per le politiche familiari – si cerca il più possibile di intervenire affinché la separazione non sia troppo traumatica. In alcuni casi però, quando reiterati tentativi di dialogo con i genitori non vanno a buon fine, è necessario agire diversamente. Rimane un casoeccezionale nel quale i servizi sociali non hanno deciso le modalità d’intervento. Gli assistenti sociali si qualificano sempre mostrando un cartellino identificativo quando si presentano».

In audizione c’era lo psicologo Carmine Pascarella, già coordinatore per gli affidi e le adozioni del servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Ausl di Reggio Emilia. Giancarlo Tagliaferri (Fdi), Stefano Bargi (Lega) e Andrea Bertani (Cinquestelle) hanno richiesto chiarimenti sulle scelte operate a Bibbiano, in particolare sulle procedure adottate (anche nell’attivazione di collaborazioni con enti esterni). Pascarella ha spiegato che l’affido «rappresenta, per i servizi, l’ultima ratio, prima vengono attivate tutta una serie di azioni a sostegno della famiglia». E una misura, ha aggiunto, «che ha comunque l’obiettivo di favorire il recupero delle competenze genitoriali, per assicurare il reintegro in famiglia del bambino». Scopo dell’affido, ha quindi rimarcato, «è costruire relazioni integrate (un percorso di accompagnamento) tra il bambino, la famiglia affidataria e la famiglia d’origine».

L’ex coordinatore affidi di Reggio Emilia si è poi soffermato sulle procedure di selezione delle famiglie disposte all’affido

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