Bassolino feroce contro la sinistra: «La destra ha il suo popolo, noi soltanto liti»
Antonio Bassolino, ex sindaco di Napoli, ex presidente della Regione Campania ed ex ministro del Lavoro, non ci sta a vedere la “sua”sinistra ridotta così. «La destra ha un suo leader e ha un suo popolo alle spalle. Noi dobbiamo ancora dimostrarlo. Possiamo farlo solo affrontando i problemi, mettendoli al centro della nostra azione. Non è più tempo di liti». La coscienza critica della sinistra, l’uomo simbolo della presunta “rinascita” di Napoli, il politico che visse da protagonista gli anni dell’Ulivo e dell’Unione, non ci sta a perdere. Anche oggi. E lancia messaggi al Pd e a tutti i suoi alleati. «La destra ha mostrato di avere un popolo il Pd per reagire deve risolvere problemi», dice in una intervista al Mattino di Napoli.
Da Bassolino critiche e lodi a Renzi e Salvini
Nel merito dell’attualità, Bassolino non può esimersi dal commentare le gesta di Matteo Renzi e Matteo Salvini, protagonisti sui due fronti. «Bisogna riconoscere che dopo gli insuccessi e le mancate autocritiche restano in piena attività. Salvini con una sua forza, intatta anche dopo gli scivoloni di agosto. Renzi alla ricerca di uno spazio politico che lo porti oltre le attuali percentuali di consenso. Ma per capire il ruolo che oggi loro interpretano conviene fare un passo indietro». Il politico di Afragola fa un passo indietro: «Alle elezioni europee del 2014 e del 2019. Molto diversi, uno di destra e l’altro di centrosinistra, entrambi hanno ottenuto un grande successo in appuntamenti particolari che non possono essere paragonati ne al voto politico ne all’amministrativo. Per la ridotta pressione dei territori, per il minor numeri di candidati, per la bassa percentuale dei votanti. Entrambi, Matteo Renzi nel 2014 e Matteo Salvini nel 2019, hanno sopravvalutato e si sono fatti male con le loro stesse mani. Renzi personalizzando la consultazione referendaria sulle riforme istituzionali, Salvini con i clamorosi errori di quest’estate. Il primo: isolarsi in Europa anche rispetto ai governi sovranisti, dopo aver raddoppiato i suoi voti dal 17 al 34%, mentre il M5S, che aveva dimezzato i consensi, entrava nel nuovo quadro politico. Il secondo: aprire una crisi di governo subito dopo la vicenda europea. Come Renzi, aveva avuto difficoltà a riflettere sugli errori commessi. Salvini non è stato capace di vedere il suo inebriamento».
Il governo Conte bis e le liti nella sinistra
Le ultime vicende politiche non lasciano indifferente Bassolino, che sui social continua a far politica. «Sia M5S che Italia Viva – prosegue sul Mattino – saranno spine continue nella vita dell’attuale governo. A volte acute, come in queste ore. Ma fino a un certo punto, perché entrambi non hanno intenzione di andare al voto prima della scadenza. Oggi sono super rappresentati nell’attuale parlamento. Però a volte il filo teso può spezzarsi, anche non volendo. In passato è già successo». E il Pd? «La via d’uscita è insistere nel porre al centro dell’attenzione e dell’impegno i problemi di fondo del Paese. Mettere l’accento su questi, più che su dinamiche interne e polemiche politiche… La destra all’opposizione ha dimostrato, anche con piazza San Giovanni, di avere una guida in Matteo Salvini, una coalizione per candidarsi al governo e un popolo alle spalle. Il centrosinistra e la sinistra sono al governo, ma senza avere con sé il popolo che ci vorrebbe…».