Alto Adige, i furbetti della Svp: «Nessuna cancellazione». Ma Urzì: «Si voti la mia legge»
Solo un malinteso. Il voto del parlamentino della Provincia autonoma di Bolzano non ha mai cancellato la denominazione di Alto Adige dai documenti ufficiali, che infatti continuerà a marciare affiancata a quella di Südtirol. Parola del suo presidente Arno Kompatscher: «Non potrebbe essere altrimenti dato che questa denominazione è prevista dalla Costituzione italiana». Insomma, tutto sarebbe nato dall’equivoco insorto al comma 2 della legge sui rapporti internazionali. In quel caso, il Consiglio ha discusso «sull’opportunità di utilizzare il termine Provincia di Bolzano per riferirsi all’Ufficio di rappresentanza di Bruxelles». Ma solo lì. Per il resto tutto continua come prima: «Lo voglio ribadire, non è cambiato nulla», ha assicurato Kompatscher.
Il presidente Kompatscher: «Un equivoco. L’alto Adige resterà»
Ma è una rassicurazione, la sua, che non convince affatto Alessandro Urzì, di FdI. Lui è l’unico ad aver votato contro il comma 2. «Se le dichiarazioni di Kompatscher sono sincere – è la sua sfida – non avrà difficoltà a riparare al danno compito». «Oggi stesso – ha annunciato l’esponente del partito di Giorgia Meloni – depositerò il disegno di legge per ripristinare la denominazione Alto Adige. Chiederò la procedura d’urgenza». Urzì si era più volte appellato all’intero Consiglio affinché rigettasse le «modifiche antitaliane» proposte dai «secessionisti di Suedtiroler Freiheit».
L’esponente di FdI: «Svp ostaggio dei secessionisti»
Urzì sottolinea anche il «danno d’immagine» che rischia di procurare all’Alto Adige «la gretta impuntatura legata all’idea di un primato culturale e linguistico di partiti come Suedtiroler Freiheit». Ma il vero problema resta l’ambiguità della Svp, il partito di Kompatscher: «Nel silenzio generale generale del Consiglio – ricorda Urzì – il presidente ha annunciato che il suo obiettivo finale sarebbe quello di dettare agli italiani l’uso della denominazione “Sudtirolo”». Una mancanza assoluta di rispetto verso la componente italiana e la sua identità. «Quasi fosse – ha concluso l’esponente di FdI – un corpo estraneo in Alto Adige».