Al Baghdadi ucciso in un raid. Trump: «È successo qualcosa di enorme»
Al Baghdadi è stato ucciso in un raid. La clamorosa notizia viene dagli Usa. Il presidente degli Stati Uniti farà un “annuncio molto importante: così fa sapere il portavoce della Casa Bianca. Ma i media i media americani parlano già di un’operazione militare in Siria che ha come obiettivo il capo dell’Isis Abou Bakr al-Baghdadi. Secondo la Cnn l’esercito, con il contributo della Cia che lo ha localizzato, ha preso di mira il leader islamista nel Nord della Siria. E secondo Fox News e Newsweek il “califfo” potrebbe essere stato ucciso. Secondo fonti militari della Fox “un obiettivo di alto profilo dell’Is” è stato colpito nel corso di un raid Usa nella zona di Idlib. L’identità della persona uccisa non può essere ancora confermata, spiegano le fonti. Ma si crede si tratti proprio del leader dell’Isis. La notizia è confermata da fonti ufficiali iraniane e irachene.
Al Baghdadi, il tweet di Trump
Sono in corso i test del Dna. Al Baghdadi si sarebbe fatto esplodere dopo un breve scontro a fuoco con i soldati Usa entrarti nel compound dove si nascondeva. Avrebbe azionato il detonatore di un giubbotto esplosivo facendosi. Il leader islamista è stato sorpreso dal raid mentre era con alcuni familiari. Due delle mogli sarebbero rimaste uccise probabilmente travolte dall’esplosione. Il Pentagono non ha commentato la notizia mentre alla Casa Bianca si limitano a ricordare che il presidente parlerà alle 13 (ora italiana). Poco prima lo stesso Trump aveva pubblicato un messaggio sibillino su Twitter: “È successo qualcosa di enorme!”.
Chi è al Baghdadi
Abu Bakr al-Baghdadi è il nome di battaglia del terrorista iracheno Ibrahim Awad Ibrahim Ali al-Badri al-Samarrai. Baghdadi nasce come seguace di al Zarkawi, l'”inventore” delle decapitazioni. Nel 2004 venne catturato a Falluja e misteriosamente liberato dopo 10 mesi. Al-Baghdadi si rivelò al mondo cinque anni fa. Dopo che l’Isis aveva preso il controllo della città di Mosul, apparve in un video che lo ritraeva nella moschea Al-Nouri . Pronunciò un sermone in cui ordinava ai fedeli musulmani riuniti di obbedirgli e si autoproclamò “califfo”. Da allora, si sono succedute le drammatiche e sanguinose tappe dell’ascesa e della caduta dello’Isis. Nell’agosto del 2014, i miliziani dell’Isis avviano nel nord dell’Iraq il massacro e la riduzione in schiavitù di migliaia di appartenenti alla minoranza religiosa degli yazidi,. E cominciano a diffondere una serie di video nei quali erano mostrate le decapitazioni di ostaggi occidentali.
Dieci mesi di battaglia
Nel gennaio del 2015, lo Stato Islamico è all’apice della sua espansione territoriale. Controlla un’area di 88mila chilometri quadrati, tra la Siria occidentale e l’Iraq orientale. Le entrate dell’Isis ammontano a miliardi di dollari, grazie al contrabbando del petrolio, alle estorsioni e ai rapimenti di ostaggi. Nel marzo 2016, le forze militari del governo siriano riconquistano l’antica città di Palmira, che poi verrà persa di nuovo nel dicembre dello stesso anno e definitivamente riconquistata nel marzo 2017. A luglio dello stesso anno, le forze irachene liberano Mosul, ma il prezzo pagato è altissimo. In 10 mesi di battaglia muoiono migliaia di civili, la città viene in gran parte distrutta e circa 800mila persone perdono le loro abitazioni.
L’ultima apparizione in video
Nell’ottobre 2017, le Forze democratiche siriane (Sdf) riprendono il controllo di Raqqa, mettendo fine a tre anni di dominio dell’Isis. A dicembre, il governo iracheno dichiara la vittoria contro lo Stato Islamico, riprendendo il controllo del confine tra Iraq e Siria. A febbraio di quest’anno, il presidente Usa Donald Trump dichiara che l’Isis è prossimo alla sconfitta, dopo settimane di battaglia per la riconquista degli ultimi territori in mano jihadista, lungo il confine siriano-iracheno. Il 23 marzo, le milizie curde-siriane dell’Sdf annunciano la caduta di Baghuz, l’ultima roccaforte dell’Isis. E’ “la totale eliminazione del cosiddetto califfato e la sconfitta territoriale al 100 per cento dell’Isis”. Il 29 aprile, la ricomparsa in un video del ‘califfo’ al-Baghdadi, la prima in cinque anni, per rivendicare la strage di Pasqua nello Sri Lanka.