Uccidono i nostri figli, noi i loro: così parlavano i 10 arrestati per terrorismo. Tra loro un imam

7 Set 2019 12:56 - di Redazione

«Che botta però a Parigi eh, mi tengo la mia opinione per me, e me lo tengo nel cuore. Non è la questione credere o non credere, se ti è piaciuta o non ti è piaciuta. Con loro che uccidono i nostri figli, noi uccidiamo i loro figli, con loro che uccidono le nostre donne, noi uccidiamo le loro donne…». Così parlavano in una conversazione intercettata dagli investigatori alcuni degli indagati per terrorismo e arrestati oggi dai carabinieri del R.O.S. e dai finanzieri del G.I.C.O. dell’Aquila nell’ambito dell’operazione antiterrorismo “Zir”.

Terrorismo, fermati 10 uomini: finanziavano Al Nusra e imam in Italia

Autoriciclaggio e reati tributari con finalità di terrorismo: con queste accuse sono state eseguite una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 indagati (8 di origine tunisina e 2 italiani). L’operazione è scattata nell’ambito di un’indagine coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo dell’Aquila. Gli indagati, secondo l’accusa, tramite alcune società, distraevano ingenti somme di denaro, in parte frutto di evasione fiscale, da destinare anche al finanziamento di attività riconducibili all’organizzazione radicale islamica “Al-Nusra”, nonché in favore di Imam dimoranti in Italia, tra cui l’imam della moschea Dar Assalam di Martinsicuro, nel Teramano, già condannato in via definitiva per associazione con finalità di terrorismo internazionale.

Le inquietanti intercettazioni delle telefonate tra gli indagati

Non solo: a quanto si apprende dalla Adnkronos, sarebbe al momento in corso anche il sequestro di somme ed immobili per oltre un milione di euro. «In Siria ci sono vari gruppi e non bisogna unirsi al gruppo sbagliato. I migliori sono al Nusra e Fateh al Islam, che sono appoggiati da stati come Qatar e Arabia Saudita. Ci sono altri gruppi che non si sanno comportare, al Nusra invece è l’esercito dell’Islam, è un’organizzazione buona», si sente peraltro in un’altra, inquietante conversazione, intercettata tra gli indagati.

Il ringraziamento del governatore Marsilio alle forze dell’ordine

«Un sincero ringraziamento alle forze dell’ordine e alla magistratura che hanno sgominato una banda di terroristi radicata nel territorio abruzzese. Una scoperta inquietante che ci ricorda come non si debba mai abbassare la guardia per garantire la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini»: questa la dichiarazione del Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, dopo le indagini dirette dalla direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di L’Aquila, i carabinieri del Ros e finanzieri del Gico, che hanno portato all’arresto di 10 indagati, 8 tunisini e 2 italiani. Tra loro un commercialista e un imam.

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