Totoministri, per il ministero del Lavoro spunta Del Conte. Collaborò con Renzi e Gentiloni
Nel tavolo delle trattative per il governo giallo-rosso emerge il nome del giuslavorista Maurizio Del Conte per la guida del ministero del Lavoro. Un nome spendibile se si dovesse arrivare a scegliere una figura di mediazione e fuori dai partiti per il timone di un ministero centrale come appunto quello del Lavoro.
Ex presidente dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, Anpal, sotto il governo Renzi e poi Gentiloni, professore di diritto del Lavoro in Bocconi, Del Conte con l’assegno di ricollocazione è stato il primo a lanciare in Italia delle misure ‘attive’ per il reintegro nel mercato del lavoro, andando oltre strumenti passivi come i sussidi di disoccupazione.
La prima partita che si troverà sul tavolo il nuovo ministro, chiunque esso sia, sarà il progetto del taglio del cuneo fiscale, uno dei pochi punti di convergenza al momento tra dem e pentastellati, ma anche dossier aperti come la legge sul salario minimo per il contrasto dei contratti pirata, quindi la legge sulla rappresentanza sia sindacale che delle associazioni datoriali e soprattuto il rilancio delle politiche attive con il rafforzamento dei servizi per le imprese per combinare domanda e offerta.
Intanto, il totoministri economico va avanti, alla ricerca di intese. Per il Mef oltre al nome dell’economista e senatore Pd Tommaso Nannicini, dell’economista di stanza alla London School Lucrezia Reichlin, e all’eurodeputato dem Roberto Gualtieri gira il nome dell’ex ragioniere generale del Mef ora vice direttore in Bankitalia Daniele Franco. Nei giorni scorsi è circolato, tra gli altri, anche il nome di Fabrizio Barca, già ministro alla Coesione Territoriale nel Governo Monti.