Suicidio assistito, Sgarbi: «Possibile che il Papa non dica nulla? È sconcertante»
«Possibile che il Papa non dica nulla a difesa della vita? Possibile che non abbia nulla da dire sulla sentenza della Consulta che apre le porte al “suicidio di Stato”?. Non possiamo lasciare che a decidere della vita sia un Tribunale con una sentenza di morte!». Ad indignarsi contro un verdetto storico e molto controverso, tra gli altri, è un Vittorio Sgarbi che chiama in causa Papa Francesco, che su una questione sensibile che tocca la carne viva delle persone, non ha fatto sentire la sua voce.
Sgarbi chiama in causa Papa Francesco
Il critico d’arte interviene dai suoi profili social scagliandosi contro la sentenza sul Fine vita, ma soprattutto chiamando in ballo la figura che più di ogni altra dovrebbe richiamarci al senso profondo della vita. E’ lui, il Papa, che dovrebbe dire la sua su una vicenda sconcertante e preoccupante, che apre un varco alla possibilità di legalizzare il suicidio assistito e introdurre l’eutanasia nel nostro ordinamento. La Corte Costituzionale ha giudicato non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale – a determinate condizioni – «chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili». Una delibera che il critico d’arte critica aspramente. Ma il punto per lui è un altro: sulle questioni “ultime” il Papa non può non esprimersi. Sgarbi pertanto si rivolge a lui dai social: «Non ha pronunciato parola a riguardo, nonostante in passato si sia accanito contro l’accanimento terapeutico».