Stato-mafia. Al Lido l’affondo di Maresco sul silenzio di Mattarella. La replica del Quirinale

6 Set 2019 17:53 - di Redazione

Si chiude con una stilettata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco, terzo e ultimo film italiano a sfilare nel concorso principale della Mostra del Cinema di Venezia. Il film di Maresco, una docufiction nello stile dei precedenti lavori del regista palermitano, nel dare conto ad un certo punto della sentenza del processo sulla cosiddetta ‘trattativa’ Stato-mafia, sottolinea il silenzio sull’argomento del capo dello Stato. Questo silenzio diventa poi oggetto di un’intervista di Maresco al protagonista del film, lo stravagante organizzatore di feste di piazza Ciccio Mira, al quale il regista chiede se sia d’accordo con il silenzio di Mattarella. La risposta è positiva e la spiegazione di Mira è che  «i palermitani ce l’hanno nel Dna il silenzio». Un silenzio sul quale interviene a fine pomeriggio anche il consigliere per la stampa del capo dello Stato rispedendo al mittente l’accusa maliziosa: «Tra le cose che il Presidente della Repubblica non può fare vi è, ovviamente, quella di commentare i processi e le sentenze della magistratura».

Il film, nelle sale dal 12 settembre,  prende le mosse dal venticinquesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, nel 2017. Il protagonista è ancora Ciccio Mira che da un lato si dichiara nostalgico della “mafia di una volta”, dall’altro sembra voler dare il suo contributo alla celebrazione dei due giudici eroi, organizzando un singolare evento nel quartiere Zen di Palermo. L’iniziativa però tradisce ogni aspettativa perché né l’impresario né i cantanti hanno intenzione di dichiarare la loro avversione per la mafia. Questa volta, però, Maresco decide di inserire una coprotagonista, Letizia Battaglia, la fotografa oggi ultraottantenne che con i suoi scatti ha raccontato le guerre di mafia, definita dal New York Times una delle «undici donne che hanno segnato il nostro tempo». Maresco con la sua voce fuoricampo guida lo spettatore in questo duetto tra i palermitani che non vogliono in alcun modo parlare male della mafia e la Battaglia. Dopo aver citato il silenzio di Mattarella sulla sentenza della “trattativa”, Maresco lo chiama in causa anche raccontando che Ciccio Mira vorrebbe chiedere al presidente la grazia per un suo nipote detenuto in regime di 41bis(ma l’impresario anche qui ammetterà solo di volergli chiedere un favore per una persona carissima e opporrà il silenzio sull’identità del detenuto). Per questo nel finale del film, il regista immagina che Mira organizzi allo Zen un altro evento: “I neomelodici per Sergio Mattarella”.

I contenuti del film agitano le acque del Lido, nell’ultimo giorno del concorso. Ma gli unici due rappresentanti del film presenti alla Mostra gettano acqua sul fuoco delle possibili polemiche. «La cosa che viene evidenziata è che Mattarella non abbia fatto un intervento. Ma non c’è nessuna polemica contro Mattarella. A meno che non la inventiate voi. Mattarella è una persone perbene ma non ci fu un suo intervento. Nel film si dice solo questo», dice il produttore Rean Mazzone. «Mattarella non c’entra per niente, è una persona perbene, è un buon presidente. Io non so perché non prese parola, forse non voleva entrare in polemica», aggiunge Letizia Battaglia.

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