Sotto l’alibi del “Green new deal” si attenta alla sovranità degli stati nazionali

24 Set 2019 11:08 - di Fabrizio Bertot

da Fabrizio Bertot riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ad Atreju la famiglia europea dei Conservatori, attraverso le parole di Thierry Baudet del “Forum per la democrazia olandese” ha ufficialmente aperto il dibattito  contro il “Green New Deal”, l’inglesismo di distruzione di massa nato per strozzare le economie nazionali. Un sistema di regole e oneri fiscali politically correct – altro inglesismo che nuoce gravemente alla salute della nostra Patria – sta per partire da Bruxelles ma sarà colorato di “green” non tanto per passare inosservato dai media del pensiero unico dentro gli Stati UE, quanto per essere applaudite dal mainstream internazionale.

Un golpe chiamato green new deal

Ha quindi ragione Baudet a voler fare chiarezza e sopratutto a mettere in discussione i progetti “gretini” di Ursula Von Der Leyen perché “quello operato dalla nuova Commissione Ue con il cosiddetto green deal è un golpe. Utilizzano il tema ambientale come arma contro la sovranità e l’indipendenza dei governi nazionali per imporre il loro potere”.

Si comincia con le tasse sulle merendine…

Da italiani abbiamo buoni motivi per temere la “green agenda” di chiunque e proprio ad Atreju ne abbiamo avuto avvisaglie dalle poco applaudite, ma anche poco fischiate, parole di Giuseppe Conte che, incalzato da Vespa sulla manovra economica, ha fatto trapelare ipotetiche tasse su cibi “nocivi” come le merendine dei nostri ragazzi, su bibite gasate “pericolose” come il chinotto e sugli elementi “altamente” inquinanti come le vetture e il riscaldamento delle nostre case. Sotto il nome di “green tax” può quindi materializzarsi qualunque cosa; non sappiamo con quale forma ma è sicuro il colore: verde come …un cetriolo… ahi ahi ahi ..!

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