Sbugiardato De Magistris: non ci fu alcun complotto per togliergli l’inchiesta “Why not”
Annullata senza rinvio dalla sesta sezione penale della Corte di Cassazione la sentenza della Corte d’Appello di Salerno che aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per i reati di abuso d’ufficio contestati all’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone e all’avvocato generale Dolcino Favi, i quali avevano adottato provvedimenti atti a sollevare dalle indagini “Why Not” e “Poseidone” l’ex pm Luigi De Magistris, adesso sindaco di Napoli. L’annullamento senza rinvio comporta la piena efficacia della sentenza di primo grado del Tribunale di Salerno che aveva assolto i magistrati catanzaresi legittimando i provvedimenti adottati. La sentenza mette fine a un procedimento iniziato nel 2008 con le perquisizioni e i sequestri effettuati negli uffici giudiziari di Catanzaro. A dirimere quello che venne definito lo scontro tra Procure (quella di Salerno e quella di Catanzaro) dovette intervenire l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il procedimento che si è concluso oggi ha avuto inizio nel 2007 a seguito di numerose denunce presentate da De Magistris il quale sosteneva che gli fossero state illegittimamente sottratte le indagini.
La commozione di Murone
Salvatore Murone, ex procuratore aggiunto di Catanzaro, parlando con l’Adnkronos trattiene a stento l’emozione dopo la sentenza della Cassazione che mette la parola fine alla vicenda dello scontro fra le procure di Salerno e Catanzaro che nel 2008 terremotò le istituzioni (intervenne anche l’ex presidente Napolitano) relativamente alle indagini dell’allora pm de Magistris denominate Why Not e Poseidone. Una vicenda che lo ha visto indagato prima imputato poi insieme all’avvocato generale Dolcino Favi. «La Cassazione ha finalmente e definitivamente chiuso a mio favore la vicenda Why Not – dice Murone – Tutte le mistificazioni, le bugie, le cattiverie sono finite, l’assoluzione del primo grado è stata ribadita a dimostrazione che le vicende successe al signor de Magistris non sono il frutto di congiure e complotti, di poteri forti e livelli superiori, ma solo il suo modo di fare il pubblico ministero già stigmatizzato dai provvedimenti di carriera che lo hanno colpito, portandolo fuori dalla magistratura».
La replica di De Magistris
«Leggo dichiarazioni molto affrettate da parte degli imputati senza ancora leggere la motivazione. Però ci sono alcune cose chiare dalle quali non si può scappare: il fatto storico è ricostruito in via definitiva», dichiara il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. «La Cassazione – aggiunge de Magistris – non può entrare nel fatto. La sentenza della Corte d’Appello di Salerno in cui si parla di condotte, seppur prescritte, di abuso d’ufficio, quindi di sottrazioni illecite delle inchieste Why not e Poseidone, al fine di danneggiarmi e avvantaggiare gli indagati, è un fatto storico acclarato e la storia non può essere cambiata, qualunque sia la motivazione della Corte di Cassazione».