Rousseau, la gola profonda: «Vincerà il sì: Casaleggio al governo fa un sacco di soldi»

3 Set 2019 14:53 - di Luciana Delli Colli
casaleggio

Tra i molti interessi in ballo intorno alla nascita del governo giallo-rosso, ce n’è uno che tende a rimanere piuttosto sottaciuto, ma che invece, parola di (ex) insider, è centrale: l’interesse economico della Casaleggio Associati. «Da quando il Movimento è a Palazzo Chigi, la Casaleggio Associati ha triplicato il fatturato», per questo «con il voto su Rousseau Casaleggio ha alzato la posta: ha un interesse primario a restare al governo». A spiegarlo è Nicola Biondo, ex capo della comunicazione M5S, che, senza girarci troppo intorno, di fatto allude a metodi mafiosi. C’è in atto una «trattativa Stato-Casaleggio», dice Biondo, che scommetterebbe «un 65/35 a favore del governo. Perché con il voto su Rousseau Davide Casaleggio ha voluto dimostrare di essere il padrone della baracca, ha promesso che vincerà il sì e così il prezzo si è alzato. Altro che esercizio di democrazia».

Il paragone tra Casaleggio e la mafia

Biondo, in un colloquio con l’agenzia di stampa Adnkronos, sottolinea quindi che «la trattativa Stato-Casaleggio ha prodotto già una prima vittima, Luigi Di Maio, e produrrà ancora molti altri effetti». «Davide – aggiunge l’ex numero uno della comunicazione pentastellata – sta parlando con tutte le anime del Pd, ha parlato anche con Nicola Zingaretti, e per trasparenza il segretario del Pd dovrebbe dire di cosa hanno parlato. Il prezzo da pagare per l’avvio del governo? Sicuramente mettere all’angolo Matteo Salvini». «Ecco perché Luigi Di Maio si agita tanto, perché questa trattativa gli è passata sopra la testa. E ora c’è una guerra per la leadership in un partito dove si è sempre detto che la leadership non era importante», sottolinea ancora Biondo.

Tutti controllati da Rousseau

Anche la platea degli attivisti, fa notare Biondo, è molto cambiata: «Non ci sono più attivisti veri, ma leoni da tastiera, falangi digitali divisi per preferenze: Fico, Di Maio, Di Battista. Il Movimento è un partito i cui fan sono stati plasmati da anni e anni di propaganda. Ora ci sono semplici militanti, purché non abbiano voci critiche. Chi scrive su Rousseau viene profilato. C’è un filtro che tiene d’occhio l’anagrafica degli iscritti e come gli stessi reagiscono». Infine, Biondo fa un’ultima considerazione: «Il voto su Rousseau? È come se Silvio Berlusconi avesse chiesto ai suoi elettori di esprimersi premendo il pulsante del telecomando su Mediaset Premium! Ma se ciò fosse accaduto avrebbero gridato allo scandalo. Questo non è successo con il Movimento 5 stelle: qui ognuno vuole salvare la sua carriera, Casaleggio i suoi interessi e Di Maio deve salvare se stesso e i suoi».

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