Renzi svela la strategia: con i voti dei moderati in Parlamento arriveremo fino al 2023
Risulta davvero irrefrenabile in queste ore il protagonismo di Matteo Renzi, resuscitato grazie alla maldestra mossa di Salvini che ha aperto in modo brusco e repentino la crisi di governo.
In un’intervista al Sole 24 Ore, Renzi trasuda ottimismo e esibisce la solita spocchia: “Per me questa legislatura va al 2023. Se ci arriverà questo governo dipenderà dalla qualità delle persone che ne faranno parte. Se i ministri saranno di livello durerà, se sarà una squadretta non durerà. Semplice, no?” “Quanto al mio ruolo – continua – sono un senatore della Repubblica che conta per sé e per qualche altro amico. Nel mio curriculum -ricorda l’ex premier- c’è l’abbassamento dell’Irap e dell’Ires, Industria 4.0, gli 80 euro, la fatturazione elettronica, il Jobs act, l’eliminazione dell’Imu, il welfare aziendale, il sì alla Tav e al Tap. In questo curriculum non c’è posto per misure contro chi crea lavoro, contro chi produce ricchezza, contro chi ogni giorno rende l’Italia un Paese migliore”. Dopo avere rassicurato sulla patrimoniale, facendo capire che farebbe mancare il voto dei suoi su una misura del genere, Renzi dice la sua anche sull’orientamento del Conte bis.
Renzi vuole un governo con una linea moderata
Infrangendo i sogni di Leu (che chiede insistentemente di sedersi al tavolo delle trattative ma senza ottenere neanche una risposta) e di Landini, Renzi afferma che se la maggioranza ha numeri risicati (soprattutto al Senato) si troverà il modo di aggirare l’ostacolo con politiche che possano avere il consenso dei moderati. Un’allusione neanche tanto velata alle truppe dei berlusconiani visto che in Forza Italia tanti insistono nel prendere le distanze dalla linea sovranista: “Noi -dice Renzi -in Parlamento sapremo attrarre sui contenuti i moderati di buon senso, anche per allargare la base del governo”.
Altezzosa, infine, la risposta su Luigi Di Maio: ” Ciò che farà Di Maio sinceramente non mi sembra così decisivo: non suoni arrogante il mio ragionamento ma fatico a considerare Di Maio come il problema o la risorsa decisiva di questo Paese. Se il futuro dell’Italia dipende da cosa fa Di Maio, significa -aggiunge- che siamo messi male. Facciano loro, decideranno Zingaretti e Di Maio. Poi passiamo alle cose serie”.
Ecco come gli italiani si autodistruggono, per loro renzi, di maio, gentiloni , zingaretti, altri non sono che i santi benedetti da Dio. Ma non sanno che questo loro amore li portera’ alla rovina, per gli italiani, torno a ripeterlo, basta che possono fare la loro settimana bianca, il viaggetto alle Maldive, scappare nei vari ponti-week end e per il resto che si fottano.
A volte ritornano!!!! Speriamo di no!!!!
La nemesi del vaffa, costretti a far parte di un Nazareno bis, FI assicurerà stabilità di voto.