Prima rissa sui migranti. I porti restano chiusi e il Pd attacca il Viminale
«Quanto ancora Malta e le sue autorità devono andare avanti? Basta. Fate scendere i 5 (cinque!) naufraghi rimasti a bordo della Alan Kurdi. Fateli scendere. Vergogna», scrivono i “volontari” (si fa per dire…) a bordo della nave della Ong Mediterranea. Niente da fare. Dal Viminale, con il nuovo ministro “tecnico”, Luciana Lamorgese, arriva lo stop: l’Italia dice no alla nave Alan Kurdi che da giorni si trova in acque internazionali con 5 giovani migranti a bordo, dopo le evacuazioni mediche dei giorni scorsi. Il Centro di coordinamento del soccorso marittimo della Guardia Costiera italiana, nella tarda serata di ieri, come spiega la ong Sea Eye, ha negato alla Alan Kurdi il permesso di entrare, transitare e fermarsi in acque territoriali italiane. Il capo missione della nave nei giorni scorsi aveva chiesto aiuto ai centri di coordinamento per il soccorso marittimo di Italia, Francia, Spagna e Portogallo per i cinque migranti, dei 13 salvati, ancora a bordo. La ong ha mostrato su Twitter la comunicazione delle autorità italiane in cui si cita il decreto sicurezza.
Immediata la reazione indignata del Pd contro il Viminale, con i Dem che speravano in un cambio di linea del governo giallo-rosso sul tema degli sbarchi, con l’apertura dei porti a tutte le Ong: «Il primo atto del nuovo governo è chiudere i porti alla #AlanKurdi che è ancora in mare con solo 5 naufraghi a bordo. Così non va bene, per niente. Cacciare Salvini e tenersi le sue politiche non mi pare geniale. Chiedo al governo di correggere subito questo errore», scrive su twitter Matteo Orfini del Pd. Inizia il braccio di ferro tra l’anima “salviniana” dei grillini e l’anima “fichiana” dei piddini. Ne vedremo delle belle.