“Prima gli italiani” è sbagliato per i vescovi. Salvini: ma aprire i porti è follia

23 Set 2019 19:03 - di Redazione

No al “prima gli italiani” nelle vicende sociali, a cominciare dal fenomeno migratorio che non può essere affrontato con la politica dei muri e dei porti chiusi. A pronunciarlo è la Cei, Conferenza episcopale italiana, con l’intervento d’apertura dei lavori del consiglio episcopale affidato al vicepresidente monsignor Mario Meini. Il vescovo di Fiesole, vice del cardinale Gualtiero Bassetti presidente della Conferenza episcopale italiana, sottolinea che “la dignità che rende intangibile ogni vita umana significa anche non arrendersi alla cultura del prima noi e poi gli altri: quando l’altro è persona bisognosa, priva di ogni opportunità, le nostre chiusure consolidano ingiustizie ed egoismi”, afferma il prelato. Meini ricorda che “la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che celebreremo domenica prossima, costituisce un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza umana e, più in generale, dell’umanità di tutti, come si legge nel messaggio inviato da Papa Francesco. Pertanto, ci mette in guardia dalla scorciatoia che vorrebbe ricondurre al fenomeno migratorio le paure e le insicurezze di un malessere civile, che in realtà muove da cause ben più profonde”. Immediata la replica del segretario della Lega Matteo Salvini: “Con tutto il dovuto rispetto per la Cei, con milioni di Italiani (e tanti immigrati regolari e perbene) senza casa, senza lavoro e senza speranza, è dovere di un buon politico italiano occuparsi prima di queste sorelle e fratelli in difficoltà, poi anche del resto del mondo. Aiutare i pochi che scappano davvero dalla guerra è un dovere, aprire i porti italiani a tutto il mondo è una follia”.

La Cei ribadisce il suo “no” al suicidio assistito

La Chiesa italiana ribadisce ad alta voce il suo “no” non soltanto all’eutanasia ma anche a pratiche come l’aiuto al suicidio, domani all’attenzione della Corte Costituzionale per la discussione sollevata dal caso DjFabo-Cappato, in assenza di una legiferazione in materia da parte del Parlamento. Nel discorso che introduce i lavori del consiglio episcopale della Cei, il vicepresidente monsignor Mario Meini a nome dei cardinali e dei vescovi italiani esorta a “unire la nostra voce a quella di tanti, a partire dalle associazioni laicali, per dire la contrarietà al tentativo di introdurre nell’ordinamento pratiche eutanasiche”. Per monsignor Meini “è difficile non essere profondamente preoccupati rispetto alla possibilità di ammettere il suicidio assistito, promosso come un diritto da assicurare e come un’espressione della libertà del singolo. Anche se ammantate di pietà e di compassione – avverte – si tratta di scelte di fatto egoistiche, che finiscono per privilegiare i forti e far sentire il malato come un peso inutile e gravoso per la collettività”. Il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana richiama “le parole pronunciate solo tre giorni fa da Papa Francesco”, per ribadire che “si può e si deve respingere la tentazione, indotta anche da mutamenti legislativi, di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia”.

(Foto: chiesacattolica.it)

Commenti

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  • Riccardo Baschetti 24 Settembre 2019

    “Prima gli italiani” esprime l’imperativo morale che la natura da centinaia di millenni mantiene impresso indelebilmente nel genoma degli esseri umani normali. Infatti, come emerge da molte ricerche scientifiche svolte in tutto il mondo, per ragioni evoluzionistiche e genetiche “Gli umani dimostrano piu’ forte empatia per la sofferenza dei membri del proprio gruppo e aiutano di piu’ i membri del proprio gruppo” [SCAN 2015;10:1195]. Nessuna ideologia a favore di gruppi estranei rivelatisi socialmente pericolosi potra’ mai cancellare dal genoma delle persone normali l’istinto di proteggere i membri del proprio gruppo opponendosi all’accoglienza di altri stranieri potenzialmente criminali. Solo una esigua minoranza di mutanti antisociali delle varianti genetiche “sinistroide” e “anarcoide” dimostra maggiore empatia per altri clandestini potenzialmente criminali invece che per i propri compatrioti uccisi dai migranti, come Pamela e Desiree. https://www.youtube.com/watch?v=gw8YMAcEsfA

  • Vercingetorige 23 Settembre 2019

    Qualcuno dica chiaramente (se non lo sa già) a Salvini di tenere sempre presente, che quella che vediamo da 60 anni (Conclave 1958: usurpazione del massone rosacroce Roncalli imposto dalla massoneria al posto del legittimo Siri) non è la Chiesa di Cristo, ma la chiesa di satana. Oggi appare sempre più evidente, ma il processo è iniziato col sacrilego inciucio del 26 ottobre 1958, quando ci fu la fumata bianca che durò ben cinque minuti, seguita da una inspiegabile fumata nera. Dopo due giorni ci fu la fumata bianca di Roncalli, primo antipapa della serie ininterrotta di antipapi, fino all’attuale Bergoglio, che solo gli atei teorici e pratici considerano papa.

  • filippo nalli 23 Settembre 2019

    Egr.Sgnori Vescovi,c’è una parabola del vangelo che dice “lascia a cesare quel che è di cesare” .Voi dalla rerum novarum in poi vi impicciate anche degli affari di cesare.Fatevi i cazzi vostri,intanto io non vi do più l’8×1000 ed invito tanta altra gente a fare lo stesso.