Peggio di un ubriaco, sui migranti Di Maio vuole tornare a quando c’era l’altro Matteo

20 Set 2019 13:02 - di Valerio Falerni

Povero Di Maio! Ormai si appoggia ai lampioni per non cadere. Come un ubriaco. E lui ubriaco, un po’, lo è davvero: di giravolte, di tradimenti, di bugie. Apposta, appena può, si rifugia nel taglio dei parlamentari: «Va fatto nelle prime due settimane d’ottobre», avverte. Là vince facile perché tutti (o quasi) lo seguono perché tutti (o quasi) hanno paura di perdersi l’applauso di rito nei talk-show. Tolto questo, però, Di Maio e i Cinquestelle sono sull’orlo della disperazione. Basta, per rendersene conto, dare una scorsa al pistolotto da lui vergato per il Blog delle stelle in occasione del decennale del MoVimento che cade il prossimo 4 ottobre.

Di Maio si appoggia a tutto pur di non cadere

Un vero contorcimento di budella nel tentativo di giustificare l’ingiustificabile. Uno meno dotato di faccia tosta lo spiattellerebbe subito che in questi dieci anni i grillini hanno raccontato un sacco di fregnacce: la Casta, “uno vale uno”, no-vax, no-Ilva, no-Tap, no-Tavno-Muos. Doveva essere uno strike e invece si sono rivelati altrettanti boomerang. E i corrotti del Pd, il partito di Bibbiano: «Mai con loro!». Infatti sono alleati. E come se non bastasse, nella foto ricordo che immortala l’intera maggioranza del Conte-bis si scorgono i volti di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, solo fino a ieri incarnazione del male assoluto. Con tutto questo bendiddio alle spalle, si capisce che uno si appigli a tutto per non cadere. Ma non è facile perché Di Maio deve difendere il passato con Salvini e il presente con ZingaRenzi. Ci vorrebbe uno slalomista o un contorsionista. Ma Di Maio è solo una puttana onorata, una cioè che va con tutti, ma arrossendo quando lo fa.

«Sull’immigrazione andiamo avanti come prima»

Eccolo dunque, aprire in nome «dell’emergenza» ad un’alleanza in Umbria col Pd, lo stesso che è stato spazzato via da un’inchiesta giudiziaria, e poi ricordare che «mentre facciamo questo, c’è sempre la questione immigrazione». Accipicchia! Una vera notizia. «Perché non voglio – si legge ancora sul Blog – che questo governo inizi a minimizzare una situazione così complessa. Abbiamo intrapreso una strada che sta dando risultati e vogliamo proseguire». Chissà se ha avvertito Conte prima di scriverlo. E poi Zingaretti, quindi Renzi e infine Speranza e Fratoianni senza però dimenticare Casini. Sono tutti suoi alleati. A questo punto è meglio lasciare i lampioni e cadere. A volte, la faccia è meglio rompersela che perderla.

 

 

 

 

 

Commenti

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  • Giovanni Vuolo 20 Settembre 2019

    Di Maio parla così perché sa che il solo modo di riacquistare qualche consenso dagli italiani è fare una politica per gli italiani. Ma di fatto, non glie ne frega niente; l’importante è stare al governo, anche se il PD decidesse di tingerlo di nero.