Pd e Boldrini in difesa del vestito della Bellanova. Ma sulla terza media non trovano parole…

6 Set 2019 14:00 - di Stefania Campitelli
Fatto Quotidiano

A meno di 24 ore dal giuramento, la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, è già diventata una star. Non si parla quasi che di lei, e non certo per il curriculum scolastico. Qualcuno ha osato criticarla per l’abbligliamento non proprio sobrio davanti al capo dello Stato? Che venga fulminato. La dirigenza dem al gran completo, da Renzi in giù, e Laura Boldrini, immancabile paladina dei diritti delle donne di sinistra vittime del machismo sessista (per quelle di destra è sempre molto distratta), sono scattati all’unisono nella difesa della Bellanova per qualche polemica sulla mise sfoggiata durante la cerimonia del giuramento davanti al capo dello Stato. “Forza Teresa” è il grido di battaglia.

Renzi e Boldrini: la Bellanova non si tocca

La ministra, già sottosegretaria al Lavoro e viceministro allo Sviluppo economico del governo Gentiloni, che non brilla per curriculum (e di questo bisognerebbe parlare), indossava un abito blu elettrico che non è passato inosservato. Tra i primi a ironizzare sul vestito dell’inquilino del ministero di via XX settembre l’ex parlamentare Daniele Capezzone, che ha addirittura ricevuto minacce di morte. «Sono sconcertato. Ho fatto una battuta su un vestito, ripeto su un vestito, ripeto per la terza volta su un vestito e da questa notte sto ricevendo minacce, anche di morte, con ampia mobilitazione di troll», racconta. «Ma davvero non si può fare una battuta su un vestito? O che ne so, sulla pochette di un uomo o sul vestito di una signora? Ed è gravissimo che qualche furbetto cerchi di attribuirmi considerazioni mai fatte e mai pensate su corpi o donne», conclude Capezzone minimizzando. E invece è proprio così. Vietato scherzare sulla signora di provata fede dem. Eppure in passato nessuno ha scatenato guerre puniche per un po’ di ironia sulle mise dei ministri neofiti (ricordate il tailleur giallo di Adriana Poli Bortone e l’abito rosso Valentino della Boschi?)

«Chi insulta Teresa Bellanova per il suo abito, per il suo fisico, per la sua storia di bracciante agricola divenuta sindacalista e poi ministro non è degno di una polemica pubblica: è semplicemente un poveretto. Gente che polemizza così va solo compatita, nemmeno criticata», scrive Renzi su Facebook. Addirittura? L’ex premier scende in campo per dare del poveretto a chi ha osato scherzare sulla Bellanova e con un’abile piroetta attribuisce agli avversari sentimenti di odio. Ma c’è di più, l’ex leader  del Pd si lancia in una dichiarazione d’amore verso la straordinaria passione di cotanta ministra («Nessuno infiamma la platea come lei»).

Non ha la terza media ma va bene così…

«Quelli che non hanno argomenti fanno così. Ti attaccano sul vestito, le scarpe, i capelli, il peso», arriva puntuale il tweet della Boldrini, «si accaniscono sul corpo pensando di farti soffrire ma forse non hanno idea di che persona sei e quale sia la tua tempra. Un abbraccio, Teresa! #TeresaBellanova». Il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, etichetta «come fascisti o padroni» quanti hanno «insultato» la collega. Forse sarebbe più serio parlare di altro, del fatto per esempio che la signora, un passato da sindacalista barricadera, che fa vibrare il pubblico della Leopolda, si è fermata alla terza media. Proprio come un’altra campionessa dem, Valeria Fedeli, ministra del governo Gentiloni. E all’Istruzione, per di più. Sui social non mancano le punzecchiature velenose sul percorso scolastico della ministra dell’Agricoltura del Conte bis. Va bene la retorica della bracciante, della figlia del popolo, ma insomma che un membro di un esecutivo non abbiamo superato la terza media dovrebbe essere un problema. O no? Per Carlo Calenda sembra di no e la difende da chi la paragona all’illetterato Di Maio. «Teresa ha un curriculum impeccabile (curriculum non è solo/tanto titoli di studio) da sindacalista e al governo ha presidiato centinaia di crisi. Se vivessimo in un paese giusto farebbe il ministro del Lavoro».

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  • maurizio pinna 6 Settembre 2019

    Il latinista Concetto Marchesi, in un intervento all’VIII congresso del PCI così si era espresso: «Noi dobbiamo combattere l’idea diffusa che tutto nel nostro mondo comunista sia uggia, pesantezza, musoneria…