Ocean Viking, sbandierano un accordo sulle quote che è solo una bufala. Le bugie di Di Maio
Sui social è un coro, un cinguettìo all’unisono: è il Pd che festeggia esultante l’apertura del porto di Lampedusa alla nave Ocean Viking.
Festeggiano Zingaretti, Orfini, Franceschini. Nicola Fratoianni scrive su Twitter: “Molto bene il governo sull’assegnazione di un porto sicuro per #OceanViking. Come si vede, fuori dalla propaganda e da una politica inutilmente cattiva nei confronti dei più deboli, le cose si risolvono rapidamente e senza problemi”.
Era questa, evidentemente, la svolta cercata e voluta e infine ottenuta dalla sinistra. Per Dario Franceschini è la “fine della propaganda di Salvini sulla pelle di disperati in mare”.”Basta odio”, gli fa eco la senatrice di LeU Loredana De Petris, “E’ il cambiamento che noi auspicavamo. Sicurezza e umanità stanno camminando insieme, con Salvini era solo propaganda”, afferma Marina Sereni, viceministro agli Esteri del Pd. Si fa sentire anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Finalmente un gesto di discontinuità rispetto a una politica disumana del passato”.
E’ un’onda di soddisfazione che dilaga, complice il silenzio assoluto del nuovo ministro degli Interni, e che mette nell’angolo un M5S imbarazzato. Al punto che Luigi Di Maio si sente costretto a giustificarsi: “Il porto sicuro è stato assegnato a Ocean Viking solo perché l’Ue aderisce alla nostra richiesta di prendere gran parte dei migranti”.
Gran parte? Per ora c’è solo una disponibilità di massima della Germania, esposta in una intervista del loro ministro degli Esteri, a prendere una quota del 25% di migranti. La Francia forse prenderà un altro 25%. E comunque se ne deve ancora parlare nel vertice del prossimo 23 settembre a Malta. Di nero su bianco non c’è nulla. E in ogni caso, anche stando così le cose, la metà di quelli che sbarcano restano da noi. Con buona pace delle stupidaggini che predica Luigi Di Maio.
Il “sistema di Dublino” fu istituito dalla omonima Convenzione di Dublino, firmata a Dublino (Irlanda) il 15 giugno 1990 (per l’Italia, dal Governo Andreotti VI), ed è entrato in vigore il successivo 1º settembre 1997 per i primi dodici stati firmatari (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito), il 1º ottobre 1997 per Austria e Svezia e il 1º gennaio 1998 per la Finlandia.
Se nel 1990 tale regola rispondeva al buon senso in quanto i flussi migratori erano limitati ed erano comunque ancora presenti le frontiere fra i paesi Europei (ed a maggior ragione erano robuste verso l’esterno) nel nuovo millennio tali fattori risultano totalmente mutati, per cui l’applicazione ai movimenti dalla Libia all’Italia è una colossale truffa supportata dalla sinistra per reconditi motivi.