Meloni: esprimo solidarietà a Bellanova, ma per la sinistra gli insulti a me sono normali
“Insulti pesanti, minacce ne ho ricevuti tanti, anche pesantissimi. Non considero giusti, quindi, quelli diretti al ministro Teresa Bellanova, né per il vestito che porta (solitamente riservati solo alle donne) né per il titolo di studi, perché magari non tutti hanno avuto le stesse occasioni. Quello che ho da contestare a lei e agli altri ministri che hanno giurato con questo governo è che non si preoccupano del fatto che occupano una poltrona che non avrebbero diritto a occupare. Questo governo è una truffa, un inganno, una cosa vergognosa ma non credo che i ministri vadano giudicati per come si vestono”. Lo dice Giorgia Meloni, a proposito della valanga di critiche che ha colpito Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura con la licenza media.
E a proposito di Renzi, che ha difeso la ministra dalle critiche e dagli attacchi (anche perché Bellanova è entrata al governo in quota renziana), Giorgia Meloni fa notare che a lei la solidarietà dell’ex premier non è mai giunta. “Se Renzi mi mostrò solidarietà? – continua la Meloni – Assolutamente no, ma io sono abituata agli insulti: è lo stesso concetto per cui, essendo io una donna di destra, non ho diritto alla stessa solidarietà alla quale hanno diritto gli altri. Un po’ come la logica negli anni Settanta per cui ammazzare fascista non è reato: loro sono rimasti di quella mentalità lì. Ciò non toglie che io, da persona normale, continuo a considerare che gli insulti non siano giusti e non ho alcun problema a esprimere solidarietà al ministro Bellanova”.
Io invece esprimo solidarietà a Daniele Capezzone, che Calenda vorrebbe epurare dalla Rai e dalla tv, perché ha criticato – senza alcun insulto! – il vestito di quella signora. Capezzone ha anche ricevuto minacce di morte. Ma i piddini non cambiano mai: per loro l’unica “democrazia” è quella della DDR, o ex Germania Democratica, la “democrazia” del pensiero e del partito unico dei paesi comunisti.
Solidarietà a Bellanova, è stata una bracciante e conosce i problemi, indipendentemente dal titolo di studio. Sono indegne le critiche sui vestiti, è una donna e si veste da donna, non in pantaloni che i politici vogliono imporre anche alle donne.
Come ministro, vedremo nei fatti cosa ruscirà a fare.
Indipendentemente? E che si studia a fare?