Medicina, il fegato grasso ha origine nell’intestino. Uno studio a guida italiana

11 Set 2019 16:54 - di Redazione

Scoperto il meccanismo di origine del fegato grasso. Uno studio a guida italiana dimostra per la prima volta che un’alterazione della barriera epiteliale e vascolare dell’intestino, causata da una dieta ricca di grassi, è alla base dello sviluppo della steatoepatite non alcolica (Nash). I risultati della ricerca, sostenuta dalla Comunità europea, diretta e coordinata da Humanitas, sono stati pubblicati sul ‘Journal of Hepatology‘. Il nostro intestino è protetto da due importanti barriere, una epiteliale esterna e una vascolare (Gut Vascular Barrier, GVB), in grado di impedire ai batteri di passare nel circolo sanguigno. Secondo la ricerca, un’alimentazione ricca di grassi altera la composizione del microbiota intestinale che, a sua volta, modifica la barriera vascolare con un impatto sul fegato e sullo sviluppo della steatosi non alcolica. Il fegato grasso interessa circa il 25% degli italiani, percentuale aumenta che con l’età e soprattutto tra le persone in sovrappeso e diabetiche, per arrivare al 50% negli obesi. “Mettendo per la prima volta in correlazione l’intestino con il fegato, abbiamo dimostrato – spiega la coordinatrice dello studio, Maria Rescigno, docente di Humanitas University -che un’alimentazione ricca di grassi induce a un’alterazione del microbiota in grado di danneggiare la barriera vascolare. Una volta aperta la barriera, alcuni batteri possono spostarsi dall’intestino al fegato, creando un’infiammazione che a lungo andare può provocare lo sviluppo della steatosi epatica non alcolica e, in seguito, della sindrome metabolica”. Nello studio sono stati utilizzati sia tessuti di pazienti con steatosi epatica prelevati dall’intestino, in cui è stato dimostrato che la barriera risulta alterata, sia modelli preclinici in cui è stato possibile stabilire quando aprire o chiudere la barriera. Dalle analisi si è osservato che quando la barriera è chiusa, si riesce a inibire la malattia. Inoltre, è stato dimostrato che il più delle volte questa si sviluppa in pazienti con la sindrome metabolica (che poi dà origine a diabete di tipo 2 e obesità) e può essere legato ad una dieta ad alto contenuto di zuccheri e grassi. La ricerca apre nuove frontiere e prospettive di cura per malattie come il fegato grasso o la steatoepatite non alcolica.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Giuseppe Tolu 12 Settembre 2019

    Perché, c’erano altre possibilità?