M5S, Di Stefano: «Se il voto su Rousseau dovesse andare male, trarremo le conseguenze»

2 Set 2019 11:06 - di Giorgio Sigona

Il vicepremier? «Non è un nodo che ci interessa. Spetterà a Conte mediare». Manlio Di Stefano, deputato M5s, arriva a Palazzo Chigi. E dà alcune tracce ai giornalisti che lo accerchiano con i microfoni. «Se il voto sulla piattaforma Rousseau dovesse andare male ne trarremo le conseguenze».

I nodi non sono ancora sciolti. C’è tensione. Una tensione che lo stesso Di Stefano aveva manifestato alla kermesse di Ceglie Messapica. «La partita è in mano a Conte, lui ha il ruolo di mediatore. Di Maio non è attaccato alle poltrone e farà quello che serve per il bene del Paese. È evidente però che un partito come il nostro che ha il 33% dei parlamentari dovrà avere la quota di maggioranza nel governo e Di Maio dovrà avere un ruolo importante».

C’è il rischio che il governo M5S-Pd sia litigioso? «Il rischio c’è, questo è certo», la risposta di Manlio Di Stefano. «Gli italiani si devono abituare che con la legge elettorale che non è maggioritaria per i partiti sarà importante la contrattazione prima della formazione del governo con il ruolo da mediatore del premier che sarà essenziale. Una cosa sia chiara: non abbiamo intenzione di restare al governo tanto per, la litigiosità deve restare ai tavoli di dialogo poi va trovata la soluzione».

«Tutti i 20 punti che abbiamo posto non sono negoziabili. I punti riguardano tempi fondamentali come l’energia, il ciclo energetico, l’ambiente, la tutela dei territori, la dignità dei lavoratori, il taglio dei parlamentari e molto altro. Siamo poi disposti a integrare i nostri 20 punti con le proposte del Pd», la conclusione.

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