Lezzi: «Sono arrabbiatissima. La gente ci dice: vi diamo il voto e voi vi alleate con quelli…»

26 Set 2019 15:44 - di Redazione

La senatrice 5S Barbara Lezzi è nota per essere una donna che in politica non si è sottratta allo scontro al vertice con nessuno. E neppure con la base degli elettori grillini delusi e amareggiati per i repentini voltafaccia imposti dal Movimento a fedelissimi e non. E così, facendo eco alle parole del leader Di Maio – che a margine dell’Assemblea Onu, e nel giorno in cui Lega e Italia Viva annunciano passaggi o trattative fra i due partiti e parlamentari pentastellati, «una ventina», secondo il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, i parlamentari Cinquestelle «che stanno dialogando» con la Lega «in vista di un passaggio con noi»; cinque invece i senatori M5S che, spiega Italia Viva di Renzi, avrebbero contattato il gruppo di Palazzo Madama – e da New York si è affettato a chiarire che i loro «parlamentari non sono in vendita», ingoiato il rospo dell’esodo di gruppo la Lezzi sale in cattedra e bacchetta gli esuli in fuga dal M5S con fare austero e richiami tra il pedagogico e il mero calcolo politico che la portano a postare su Facebook: «Continuare per sempre la pratica del migliorare se stesso senza mai rinunciare alle proprie motivazioni, idee, aspettative. Da madre, questo vorrei trasmettere a mio figlio. E dal Movimento 5 Stelle mi aspetto lo stesso impegno. Lavoro per questo, ci sono da oltre dieci anni e ci sarò per sempre».

Lezzi furibonda: il suo post su Facebook contro gli esuli dal M5S

Così scrive sulla sua pagina Facebook l’ex ministro per il Sud Barbara Lezzi, senatrice del M5S, ma non prima di dichiararsi «arrabbiata perché non abbiamo più il ministero per il Sud? Per questo parlo? Certo, anche per questo. E lo rivendico a testa alta – rimarca l’esponente grillina – perché abbiamo lavorato in questi mesi quasi senza soldi. Perché ora arriva la nuova programmazione dei fondi e noi abbiamo abdicato alla responsabilità del cambiamento per ben otto regioni e le abbiamo riconsegnate a coloro che i cittadini avevano mandato a casa». Di più: poco dopo in un altro passaggio del suo post, la Lezzi si dice addirittura «arrabbiatissima, perché i miei conterranei mi dicono: vi abbiamo dato il voto e ci avete ridato i soliti personaggi. Ma mai e poi mai trovo nella mia delusione la motivazione del tradimento. Chi oggi è andato a ingrossare le fila del gruppo di Renzi lo fa con i nostri voti, con la fiducia conquistata dal nostro lavoro e dalla nostra severa opposizione. Di tutti a tutti i livelli. Se le ragioni del malcontento sono tali da rendere difficoltoso restare nel Movimento, armi e bagagli e te ne torni a casa per conquistarti la fiducia dei cittadini. E basta». Poi, la stoccata finale: «Il Movimento, però, non rinunci a migliorare se stesso. Emargini l’irriconoscenza e la saccenteria». 

Quando l’assessore del Pd le disse: Lezzi? «È da prendere a schiaffi»

Un richiamo all’ordine istituzionale, alla coerenza politica e all’affidabilità parlamentare pronunciato da colei che per ben altri dietrofront è stata contestata dagli elettori: celebre la protesta di gruppo ordita contro la ex ministra del Sud salentina, contestata mesi fa all’Ateneo di Lecce da un nutrito manipolo di esponenti del Movimento No Tap, contrario alla costruzione del gasdotto transadriatico e che le hanno gridato in faccia: «La ringraziamo vivamente, grazie del tradimento che ci ha fatto» e, subito dopo, «Vergognati Barbara, ricordati che eri al nostro fianco fino a qualche giorno fa prima di prendere quella poltrona». E ancora: noti i dissapori della Lezzi con colleghi e avversari di palazzo dem, platealmente concretizzatasi in battibecchi e litigi da cortile con coloro i quali ora è convintamente al governo tanto da richiamare tutti a fare altrettanto. Come la rovente querelle con il governatore della Puglia, Michele Emiliano, scoppiata in conferenza stampa – e sempre sulla Tap – e culminata in un abbandono del tavolo della senatrice grillina che, a un certo punto, dopo reciprochi attacchi sulla presunta maleducazione istituzionale, s’è alzata e se n’è andata. Indimenticabile, infine, il fuorionda dell’assessore regionale del Pd in Puglia, Giovanni Giannini, che convinto di essere a microfono chiuso e a telecamere spente, della senatrice pentastellata disse: «Lezzi? È da prendere a schiaffi»…

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