La Sea Watch è ancora sotto sequestro. E la Rackete torna alla carica: «È un abuso»

25 Set 2019 14:05 - di Redazione

«Questo sequestro é una perdita di tempo ingiustificabile e un abuso volto a impedire gli sforzi per salvare vite». La comandante Carola Rackete torna alla carica. La procura di Agrigento ha disposto il dissequestro penale della Sea Watch 3, ma la nave resta bloccata sotto sequestro amministrativo nel porto di Licata per effetto del decreto-sicurezza bis. E lei vuole dettare la linea: «Se i governi non agiscono, come cittadini europei dobbiamo fare in modo che nessuno muoia in mare, almeno fino a quando non ci sarà un’adeguato dispositivo di soccorso e alternative sicure e legali alla migrazione, non nelle mani dei trafficanti».

L’attacco della Sea Watch

«La legge sul pacchetto sicurezza – evidenzia Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch – calpesta il dovere di un comandante di portare in salvo naufraghi soccorsi in mare e colpisce la dignità di un Paese che oggi considera una nave che salva vite, adempiendo a un dovere di legge e a un obbligo morale, come una minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico. Chiediamo altresì che si faccia luce sulla responsabilità di chi ha ordinato che quell’ingresso fosse impedito».

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 26 Settembre 2019

    Una balla dietro l’altra, bugie su bugie, ….. salvare gente in mare….. ma chi glielo ha detto di mettersi in mare? Quanto incassano per ogni essere umano che poi si spartiscono ? E quanto ancora rientra nelle tasche di questi loschi figuri quando l’Italia concede ulteriori 37 euro ( + o – ) pro capite? Giorgia Linardi ne pensi una migliore, altro che il dovere di salvare naufraghi, stiamo forse in guerra ed una nave e’ stata silurata ?? Questo sarebbe stato soccorso corretto non quello di quella becera krucca della Rackete che mira ad un copioso guadagno sulla pelle nera. Ma devolno per forza venire tutti a casa nostra a rompere? Perche’ non se ne sta in Krucconia ( Germania ).

  • Mauro Collavini 26 Settembre 2019

    Altro che abuso e questa l’avrei messa in galera, per rnfrescarli le idee.