La Procura di Catania chiede l’archiviazione per Salvini: nessun sequestro di persona

21 Set 2019 17:12 - di Redazione
L'x-ministro dell'Interno, Matteo Salvini, mostra la busta della Procura di Catania che contiene il provvedimento con il quale i magistrati hanno chiesto l'archiviazione della sua posizione nella vicenda della nave "Gregoretti", vicenda per la quale era indagato per sequestro di persona

La Procura di Catania ha chiesto al giudice l’archiviazione per Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona in relazione alla nave “Gregoretti” della Guardia costiera bloccata nel porto di Augusta con 115 clandestini a bordo.

Il fascicolo era stato aperto a fine luglio dalla Procura di Siracusa contro ignoti e il comandante della nave era stato anche chiamato in Procura per essere sentito dagli inquirenti.
Successivamente gli atti vennero trasferiti da Siracusa a Catania ritenendo che ci fosse il reato di sequestro di persona con eventuali responsabilità a livello ministeriale.

A quel punto, però, il pm catanese Andrea Bonomo iscrisse il fascicolo a carico di noti, cioè di Matteo Salvini. Successivamente lo stesso pm, ha ritenuto «non sussistente il reato di sequestro di persona» chiedendo l’archiviazione al Tribunale di Catania. Che ora è chiamato a decidere.

«Sabato pomeriggio, a casa coi bimbi a fare i compiti e guardare i cartoni, suonano alla porta e ti consegnano una busta chiusa che arriva dalla Procura di Catania… – scrive in un post su Facebook il leader della Lega Matteo Salvini – Mah… Che dite, buone o cattive notizie? La apriamo insieme più tardi e ne parliamo – conclude -. Paura? Di niente e di nessuno!».

Alla motovedetta della Guardia costiera Gregoretti che aveva imbarcato a fine luglio in mare 135 clandestini era stato impedito l’attracco su ordine dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Non darò nessun permesso allo sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave», aveva avvertito all’epoca Salvini.
La “Gregoretti” aveva preso a bordo 50 clandestini imbarcati, in precedenza, dal peschereccio “Accursio Giarratano” ed altri 91 recuperati da un pattugliatore della Guardia di finanza.
Nei giorni successivi furono fatti sbarcare al porto di Catania una donna all’ottavo mese di gravidanza insieme al suo nucleo familiare composto da marito e due figli piccoli e, ad Augusta, presso il molo Nato, 16 persone che si sono dichiarate minorenni.

Il caso è analogo a quello della nave “Ubaldo Diciotti”, il pattugliatore della guardia costiera italiana che il 16 agosto 2018 recuperò al largo di Malta – nella zona Sar maltese190 clandestini.
Malta non autorizzò lo sbarco e la “Diciotti” fece prua sul Porto di Catania ma il 20 agosto al comandante della nave Massimo Kothmeir arrivò  l’ordine, direttamente dal ministero dell’interno, Matteo Salvini, di non far scendere i clandestini.
Salvini finì, così, indagato dalla Procura di Agrigento per il reato di sequestro di persona aggravato e i clandestini vennero fatti sbarcare dalla Procura il 26 agosto.
La Giunta per le immunità del Senato non concesse il via libera a procedere nei confronti del ministro, via libera chiesto dal Tribunale dei ministri di Catania al quale il fascicolo era giunto per ragioni di competenza territoriale.

A fine ottobre la Procura di Catania aveva chiesto al Tribunale dei ministri di archiviare il procedimento nei confronti di Salvini sostenendo che il ritardo nello sbarco dei clandestini della Diciotti è «giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per la separazione dei poteri, di chiedere in sede europea la distribuzione dei migranti (e il 24 agosto si è riunita la Commissione europea) in un caso in cui secondo la convenzione Sar sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro».
Ma il Tribunale dei ministri non accettò la richiesta di archiviazione. Per il Tribunale dei ministri c’era, invece, stata «la precisa volontà del ministero dell’Interno» di privare della libertà personale le persone a bordo della Diciotti.

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