La Morani teme il passo falso: approvare lo ius culturae sarebbe un grande errore

29 Set 2019 17:28 - di Martino Della Costa

dopo essesi mostrata fiera e sicura dell’inciucio e della solidità delle basi su cui avrebbe potuto contare, la dem Alessia Morani ora ha paura e, a giudicare dalla ‘avvedutezza del suo approccio e dalla pacatezza dei suoi post, cammina sulle uova. Almeno sul terreno dello Ius culturae sul quale teme di scivolare rovinosamente: lei e i suoi colleghi del Pd al seguito. «Scrivo questo post con la consapevolezza che attirerò molte critiche, ma anche con la convinzione di interpretare il “sentimento” della maggioranza delle persone che guardano con simpatia al nostro governo. Premetto che lo ius culturae è un principio sacrosanto ed una legge di grande civiltà ma riprendere ora il dibattito sull’approvazione di questo provvedimento è un errore». Una riflessione e un consiglio che sanno più di captatio benevolentiae elettorale che di monito politico, stigmatizzata su Facebook dalla Morani del Pd, sottosegretario al Mise.

La Morani ha paura: approvare lo ius culturae adesso sarebbe un errore

Non solo: con un occhio alla salvaguradia delle fasce più caute dell’elttorato dem e un altro sempre attento e concetrato syulla demonizzazione del nemico Salvini, la Morani aggiunge assai pretenziosamente che:«Una legge di questo tipo deve essere approvata solo dopo avere dimostrato che c’è un modo efficace e diverso da quello di Salvini di governare i flussi migratori e di fare sul serio politiche di integrazione. Il paese è profondamente diviso sul tema dell’immigrazione e non basterà approvare una legge sullo ius culturae per eliminare le tossine del razzismo inoculate da Salvini. Anzi, rischia di avere l’effetto contrario perché ora non sarebbe compresa». Insomma, che l’ex ministro dell’Interno abbia intercettato indignazione e malessere della maggioranza della popolazione rispetto all’invasione sistematica di stranieri mascherata dai militanti buonisti da doverosa accoglienza e pietas, Morani e kompagni lo sanno bene: consapevoli, altresì, di doversi attrezzare con la stessa armatura ideologica e pragmatica, senza però ostentare un palese dietrofront sull’impervio sentiero dell’immigrazione selvaggia.

Meglio rinforzarsi, sembra alludere la Morani, e aspettare almeno giugno…

E allora? Meglio rimandare no? tanto che nello stesso emblematico post di cui sopra la Morani aggiunge:  «Aspettiamo giugno del prossimo anno, diamo il tempo agli italiani di apprezzare la nostra azione di governo e poi approviamo lo ius culturae. Sono anni che diciamo che dobbiamo ritornare in sintonia con il “popolo” e per farlo, però, occorre prestare davvero l’orecchio a quello che sente il “popolo”. Abbiamo una grande occasione – conclude quindi scaltramente l’esponente dem – per dare serenità al Paese e per fare sentire a tutti ma proprio a tutti che siamo un unico popolo a prescindere dal colore della pelle» ma con un occhio a quanto intuito e fatto da altri partiti e da governi di altri colori dello schieramento parlamentare…

Commenti

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  • Emilio Respighi 30 Settembre 2019

    I proponenti – certamente intellettuali intelligenti e molto colti, sappiano che il latino classico usa il termine “cultura -ae” con il significato prevalente (e quasi unico nella letteratura) di “coltivazione agricola”. A meno che io mi sbagli perchè il loro fine sia di arricchire l’attuale scarsa popolazione dei contadini. Comunque – come sempre più spesso ci capita di registrare a carico ddei politici – complimenti vivissimi.

  • Mauro Collavini 30 Settembre 2019

    CARA, SI FA PER DIRE, MORANI, LASCIA PERDERE DI IUS NON SE NE DEVE PARLARE ANCHE PERCHE’ NON E’ UN SACROSANTO PRINCIPIO DI CIVILTA’ BENSI UNA INGIUSTAZIA.