La guerra delle poltrone: nel governo tutti contro tutti per un posto da sottosegretario
Tutti contro tutti, nel governo, per le poltrone da sottosegretario e viceministro. La riunione per le nomine si sarebbe dovuta tenere ieri, ma è stata aggiornata a stamattina. Lo scopo è arrivare al Consiglio dei ministri di domani con la lista dei nomi, perché dalle parti di Palazzo Chigi c’è la consapevolezza che qui c’è in ballo tutto. «Non possiamo tirarla per le lunghe mentre ci accusano di pensare alla poltrona», sono i ragionamenti riportati dai retroscena che danno contro del caos che regna, soprattutto all’interno del M5S.
Nel M5S tutti contro tutti. A partire da Conte
Lo scontro, secondo quanto riferito sia da Repubblica sia da La Stampa, parte dal vertice: Giuseppe Conte e Luigi Di Maio prossimi alla rottura per la delega ai servizi segreti, che il premier vuole tenere per sé; Conte contro il partito, perché al fianco di Riccardo Fraccaro vorrebbe anche un suo uomo, Roberto Chieppa, come sottosegretario alla presidenza del consiglio; Fraccaro che a mollare l’esclusiva non ci pensa proprio e rassicura Conte sul fatto che avrà un ruolo super partes; Vincenzo Spadafora, grande artefice dell’alleanza con il Pd, così risentito con Di Maio per non essere stato fatto lui sottosegretario alla presidenza da arrivare alla distanza «incolmabile» con il suo capo politico. E questo senza parlare dell’irritazione e dell’insofferenza dei tanti che ambiscono a riconferme e promozioni, da Stefano Buffagni a Emanuela Corda, la deputata per la quale lavora la fidanzata di Di Maio, Virginia Saba.
Il Pd al “gioco della sedia”
I retroscena chiariscono anche, però, che pure in casa Pd non va poi tanto meglio. Lì le poltrone a disposizione sono 17 o 18 e i candidati ad accaparrarsele molti di più. Si va dallo scontro tra eterni emergenti come Emanuele Fiano e Marina Sereni per il ruolo da viceministro degli Interni alla necessità di piazzare fedelissimi di Zingaretti come l’assessore Gianpaolo Manzella, fine alle incertezze di chi, come Chiara Braga, non sa se preferire il governo o gli incarichi che si sono liberati nel partito, dove si apre pure una partita a sé. Insomma, portata a casa la fiducia, si è aperta ufficialmente la guerra delle poltrone. Ma guai a farlo trapelare. Palazzo Chigi ha prontamente smentito, sostenendo che a Palazzo «si tratta di ricostruzioni totalmente false e prive di alcun fondamento» e che a Palazzo «il clima è ottimo e la squadra di governo è al lavoro con spirito collaborativo».