La ferma con una scusa e la violenta. Era già stato condannato per stupro, ma era libero

9 Set 2019 15:44 - di Gigliola Bardi

L’ha fermata fingendo di avere bisogno di aiuto, poi si è introdotto nella sua macchina, l’ha minacciata con una grossa pietra e l’ha portata in una strada isolata, dove l’ha brutalmente violentata, dopo averla rapinata. Non pago, ha continuato a tenerla sequestrata, portandola in giro tutta la notte, per violentarla nuovamente. Ma la vittima, una ragazza di trent’anni, una volta rimasta sola, ha trovato il coraggio di chiedere immediatamente soccorso e raccontare, sebbene con difficoltà, quello che le era accaduto. Così gli investigatori, con l’ausilio anche delle telecamere di videosorveglianza, sono riusciti a rintracciare in poco tempo lo stupratore: si tratta di un uomo di 26 anni, sposato, con due figli piccoli e recidivo. È accaduto a Vittoria, nel Ragusano.

Già condannato per stupro

L’uomo, del posto, era già stato condannato nel 2018 per una violenza sessuale con rapina in tutto e per tutto simile a quella consumata la sera del 2 settembre. Gli erano stati comminati due anni e sei mesi, ma non aveva fatto un solo giorno di galera, «passando direttamente dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora», come ha ricordato il vicequestore di Ragusa, Antonino Ciavola. I dettagli della vicenda sono terribili. Intorno alle due di notte, la ragazza stava tornando a casa dopo aver festeggiato il suo compleanno. Sul sedile posteriore c’erano il regalo e gli avanzi di torta, che voleva portare ai genitori con i quali vive. Lo stupratore era uscito di casa dopo aver litigato con la moglie. E proprio la moglie è stata usata come scusa per far scattare la trappola: dopo essersi piazzato in mezzo alla strada, sbracciandosi, il 26enne ha raccontato alla vittima che la moglie aveva avuto un malore e che aveva bisogno di fare una telefonata per chiamare i soccorsi. Invece, si è introdotto nella sua macchina e, minacciando di ucciderla con la pietra, si è fatto consegnare il portafogli per rapinarla e carpirne le informazioni personali. «Ora so tutto di te, se non fai come dico io ammazzo te e la tua famiglia», le ha detto, dopo aver letto ad alta voce i dati del documento di identità.

Gli investigatori: «Una violenza atroce»

A quel punto, l’uomo ha preso totalmente il controllo. Si è messo alla guida dell’auto e ha portato la giovane in una strada isolata, nei pressi del cimitero di Vittoria. «Dopo averla rapinata, abusa sessualmente di lei; la descrizione resa dalla vittima è talmente atroce che la ragazza ha enormi difficoltà a raccontare l’accaduto. Ormai la vittima era diventata “preda”, quindi l’indagato decide di portarla a Marina di Ragusa dove la porta in spiaggia ed addirittura la costringe ad ascoltare i lamenti sulla moglie e la lite avuta poche ore prima con lei», hanno raccontato gli investigatori, ricostruendo la notte di orrori subiti dalla giovane e terminati quando l’uomo, finalmente, ha deciso di lasciarla andare, non prima di essersi fatto riaccompagnare vicino casa.

Si temono altre vittime

A quel punto la ragazza ha iniziato a cercare di contattare gli amici con cui aveva trascorso la serata, ma erano ormai le 5 del mattino e nessuno le rispondeva. Le hanno risposto infine i familiari, che l’hanno portata in ospedale, dove i medici, gli psicologi e poi gli operatori della polizia l’hanno soccorsa e ascoltata, dando il via alle indagini. Il lavoro degli investigatori, che ora temono che l’uomo possa aver commesso anche altre violenze simili, ha permesso di riscontare quanto dichiarato dalla vittima, così, ogni passaggio del racconto ha trovato un match positivo dalle immagini di videosorveglianza. Il 26enne è stato rintracciato mentre camminava lungo una strada vicino casa e, nonostante un tentativo di fuga, è stato fermato e sottoposto a fermo di Polizia giudiziaria.

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