La beffa, il governo “semplifica” il reddito di cittadinanza per estenderlo ad altri 500.000 stranieri

13 Set 2019 11:30 - di Redazione

Arriva a tempo di record uno dei regali più ambiti e attesi erogato dal governo Pd-M5S agli stranieri accolti (e mantenuti) nel Belpaese. Così, come riporta Il Giornale sul suo sito in un esaustivo servizio d’apertura, «dopo aver regolato il sistema pensionistico, introducendo la quota 100, l’Inps è pronto a farsi a carico anche degli stranieri che arrivano in Italia, ritoccando il reddito di cittadinanza». E di seguito si spiegano ed elencano modalità e tempistiche. Modalità e tempistiche che partono da un unico presupposto fondamentale: semplificare e scarnificare le richieste di documentazioni renderà il servizio più accessibile e rapido. «C’è un decreto in costruzione al ministero del Lavoro che interpreta il dettato del decreto 4 del 2019, ovvero che dovrà essere emanato un decreto con la lista di Paesi stranieri per i quali non bisogna avere documentazione aggiuntiva», ha spiegato ai giornalisti Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, secondo quanto riporta la Verità. Ma questo, vorrebbe dire un aumento delle famiglie che hanno diritto a ricevere il reddito mensile». Più chiaro di così…

Il Conte bis semplifica tempi e possibilità per il reddito di cittadinanza

Imboccando, ancora una volta, la strada in direzione diametralmente opposta rispetto a quanto fin qui realizzato in materia di politiche e regolamento dei flussi e investimenti e spese su accoglienza e ospitalità degli stranieri, il Conte bis sta organizzando le cose in modo tale che, come rileva il sito del quotidiano milanese diretto da Alessandro Sallusti, «ottenere il reddito di cittadinanza potrebbe diventare più facile, proprio grazie all’eliminazione dell’obbligo di depositare alcuni documenti. In questo modo, si passerà a 265mila nuclei familiari in più, ovvero mezzo milione di persone. E alla spesa calcolata lo scorso anno si aggiungerebbero 600 milioni in più». E dunque, se in fase di studio, nel corso dei mesi di governo gialloverde, la controversia tra i due schieramenti dell’esecutivo si consumava proprio sulla regolazione degli assegni di cittadinanza – con la Lega che avrebbe voluto arrivare a ridimensionare al minimo le possibilità di erogare proprio ai migranti in Italia il sussidio di Stato, e i grillini che invece avrebbero voluto inserire di diritto già nella manovra di allora diverse famiglie straniere – oggi si riparte proprio dall’accordo trovato in conclusione tra i due alleati di allora sul provvedimento: ossia con la proposta di Di Maio di estendere il diritto al reddito di cittadinanza ai voluto estendere cittadini stranieri residenti in Italia da almeno 10 anni. Come noto, poi, si è verificato che il numero – e le spese – sarebbero state elevati e insostenibili, concludendo alla fine che i nuclei aventi diritto al sussidio darebbero corrisposti all’incirca alle 150.000 unità (su un totale di 1,3 milioni di famiglie, come riporta Il Giornale).

Il reddito di cittadinanza esteso a altri 500.000 stranieri?

Dunque, il governo nato dall’inciucio Pd-5S riparte da qui e dalla richiesta di annullamento dell’obbligo di presentare una serie di documenti avanzata da diverse associazioni, proposta che annullerebbe l’emendamento Lodi. Una eccezione che, come spiega Il Giornale, «obbliga gli stranieri a presentare una certificazione rilasciata dallo Stato estero, tradotta in lingua italiana e legalizzata dal Consolato italiano, per attestare il reddito del cittadino straniero e la composizione nel nucleo familiare». Senza questa richiesta, chiedere e, soprattuto, ricevere, il reddito di cittadinanza sarà più facile

 

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