La battaglia del M5S contro il contante: è bufera sulla Casaleggio Associati
La crociata contro il contante ingaggiata dal M5S avrebbe una motivazione precisa. Altro che lotta all’evazione. La Casaleggio Associati, fondazione che fa riferimento a Davide Casaleggio e che gestisce il M5s, avrebbe ricevuto finanziamenti da due colossi del pagamento digitale: Nexi e Poste Italiane. La storia viene ricostruita dal Giornale e risale all’ aprile 2018, quando Casaleggio presenziò alla presentazione del tredicesimo studio sull’e-commerce a Milano. L’evento era finanziato dall’azienda di pay tech Nexi, azienda di pay tech che offre infrastrutture di pagamento digitale, pos e carte di credito. Se ne occupò anche il Fatto Quotidiano in un’inchiesta che collegò l’evento con i liberi contributi che la Casaleggio Associati avrebbe incassato. La donazione in quell’occasione fu di 7.500 euro (la quota stabilita era intorno ai 10 mila), con tanto di logo di Nexi sul rapporto presentato da Casaleggio.
Poste Italiane
Secondo il quotidano milanese figurerebbe anche Poste Italiane come finanziatrice di altri eventi organizzati dalla Casaleggio Associti sulla blockchain (una struttura dati crittografata, atta a rendere più sicure e trasparenti le transazioni). Lo confermò anche lo stesso Casaleggio in alcune interviste. Anzi, Nicola Biondo e Marco Canestrari, rispettivamente ex capo della comunicazione del M5s ed ex dipendente della Casaleggio Associati, nel loro libro Il Sistema Casaleggio avrebbero definito Poste Italiane uno “sponsor affezionato“.
Nel 2018, alcuni quotidiani tra cui La Stampa avanzarono l’ombra del conflitto d’interesse. In ballo c’erano i finanziamenti del ministero dello Sviluppo Economico (allora a guida Di Maio). 45 milioni di euro in tre anni per interventi e applicazione di intelligenza artificiale e blockchain. Casaleggio aveva negato con forza l’utilizzo di quei 45 milioni. Ora la polemica riaffiora.