Inaccettabile Travaglio, Salvini? «Scolaro somaro che rutta in faccia alle istituzioni» (Video)
C’è chi gli dà della faccia tosta. Si potrebbe anche aggiungere che oltre che tosta, Travaglio ne ha una per tutte le stagioni. E così, dopo aver tirato la volata al governo giallo-verde, nelle stesse ore in cui si votava la fiducia in Senato all’esecutivo dell’inciucio giallorosso, il direttore de Il Fatto Quotidiano, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, si sperticava in lodi e auspici per la nuova intesa – di segno opposto alla precedente – tra M5S e Pd. E tra un insulto a Salvini e una nuova etichetta da affibbiare al trasformista Conte, a favore di telecamera, non più tardi di ieri sera discettava sul «ritardo sorprendente» nell’alleanza, aggiungendo che «se fosse stata fatta un anno e mezzo fa avremmo risparmiato un sacco di guai»…
La faccia tosta di Travaglio
Dunque, Travaglio, ora si dichiara convinto che i grillini avrebbero dovuto già 18 mesi fa allearsi col Pd di Matteo Renzi: quel Matteo Renzi a cui non ha lesinato improperi, individuandolo e definendolo a suon di bordate inferte senza tregua, il nemico pubblico numero uno da sconfiggere. Di più: da annientare politicamente. Non solo: non pago dei paradossi fin qui inanellati, ha anche aggiunto a stretto giro che «elettorati e principi ispiratori sono un po’ meno distanti rispetto a quelli che univano M5s e Lega». Infine, con la stessa faccia tosta con cui ha difeso l’inciucio contraddicendo tutto quanto sostenuto a viva voce in tv e sul quotidiano che dirige, Travaglio trova anche il modo di insultare pesantemente Salvini, dandogli dello scolaro somaro», sostenitore di un populismo che non può essere perseguito – straparla Travaglio – «strillando e ruttando in faccia alle istituzioni».
Ecco l’intemerata di Travaglio
Per l’esattezza, Travaglio dixit: «Nella seduta ormai storica al Senato del 20 agosto, quando il professor Conte ha dato quella lezione allo scolaro somaro che aveva appena combinato quel patacrac, e da quanto accaduto ieri e oggi in Parlamento, vedo un nuovo bipolarismo profilarsi attorno a due figure, quella di Conte e quella di Salvini… Un bipolarismo tutto all’interno del mondo del populismo, un termine orrendo. Conte non è affatto il nuovo Monti, Conte è un populista. Sta cercando però di affermare un populismo possibile, che ottenga risultati, non strillando e ruttando in faccia a interlocutori e istituzioni», conclude Zelig-Travaglio la sua intemerata. Vedere (il video postato in basso) per credere.