“Il Fatto” risponde a Renzi: «Non riuscirà a intimidirci, ridotto com’è»
Matteo Renzi annuncia un’azione civile contro il Fatto Quotidiano. A finire nel mirino del leader di Italia Viva sono alcuni articoli pubblicati il 25 settembre e firmati da Carlo Tecce e Tomaso Montanari. Arriva, puntale e dura, la risposta del quotidiano che affida ai social un messaggio per il senatore: «Renzi annuncia altre denunce al #FattoQuotidiano. Se vuole rettificare siamo qui. Se vuol intimidirci, non ci sono riusciti né B. né Salvini: figuriamoci lui, ridotto com’è».
Il lungo elenco di Renzi
Renzi l’aveva annunciato in tv più volte all’indomani delle primarie del Pd che avevano inaugurato la segreteria Zingaretti: «Ora querelo tutti quelli che mi hanno insultato». E aveva stilato una lunga lista di proscrizione: Piero Pelù ( «per avermi definito in diretta TV al concertone ‘boy-scout di Licio Gelli») ; la giornalista Rai Costanza Miriano («per aver sostenuto che i bambini morti in mare sono morti per colpa “di un porto aperto da Renzi”»); e poi ancora Il Fatto Quotidiano, Gianfranco Vissani, Alda D’Eusanio, Elisabetta Trenta, Giulia Lupo, Il Corriere di Caserta, Panorama. Ora il senatore neoscissionista del Pd ha iniziato la sua vendetta dal Fatto. Renzi non spiega i motivi che hanno portato a ritenere diffamatori gli articoli del quotidiano diretto da Travaglio. Il pezzo a firma Tecce parlava della riorganizzazione delle casse di Renzi.L’articolo di Montanari invece è un corsivo che cominciava richiamando la frase di un articolo di Ferruccio De Bortoli sulla massoneria.