Il decano Casini: «Se il governo nasce sulle poltrone, si fa un regalone a Salvini»

2 Set 2019 16:19 - di Alessandra Danieli

«Se l’esecutivo è solo frutto di poltrone, di potere, noi faremo vincere a tavolino Matteo Salvini». Intervistato da Repubblica, Pier Ferdinando Casini, che di crisi di governo, accordi di palazzo e inciuci ne ha visti tanti, mette in guardia dall’esagerare perché un governo tutto concentrato sul potere per il potere “rischia” di rafforzare enormemente il leader della Lega.

La ricetta per far bene? «Intanto, devono essere ben chiari i paletti su cui nasce questa maggioranza. Perché se si prefigura il governo più a sinistra della storia della Repubblica italiana non ci saranno sponde né dei centristi né dei moderati». L’ex presidente della Camera, oggi senatore centrista,  avverte che esiste il rischio che «dopo la fiducia iniziale la maggioranza si restringa invece di ampliarsi». In questo senso «ci deve essere chiarezza sui contenuti», dice Casini, passando in rassegna i temi caldi dell’agenda politica. «Capitolo tasse: bisogna andare verso un progressivo abbassamento della tassazione. Naturalmente, compatibilmente agli impegni presi con l’Europa». Sull’immigrazione «dobbiamo iniettare nelle politiche governative valori ormai dimenticati come l’umanità e la solidarietà. Ma se si pensa di passare dalle politiche dei porti chiusi a quelle dei porti aperti andremo a sbattere subito fuori strada. Ecco, un conto è ritrovare un certo feeling con l’Europa. Poi, però, stop. Porti aperti significa che il governo non sopravvive nel Paese. E io non voglio certo fare regali a Salvini». In 36 lunghi anni di attività fra Montecitorio e Palazzo Madama, Casini, democristiano doc, dice di non scandalizzarsi per le manfrine intorno ai vicepremier. «Credo che alla fine la rinuncia di Franceschini aprirà ugualmente la strada a due vicepremier e non a nesssuno. Dario ha dimostrato di essere il più intelligente», dice, «ma sono preoccupato della premessa…».

 

Commenti

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  • 3 Settembre 2019

    Si sono aperti i sarcofaghi e le mummie invadono il palcoscenico della politica.
    Questo,grazie anche ai grullini,è il nuovo che avanza.