Gualtieri, il ministro simbolo dell’Italia che si sottomette alla Merkel e a Macron
E dire che gli italiani manco se n’erano accorti di essere in guerra con l’Europa. Ma è esattamente quello che ha detto il neo-ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un’intervista a Repubblica. Peccato, perché a saperlo ci saremmo arruolati. E non perché anti-europeisti – da giovani, anzi, urlavamo e cantavamo “Europa nazione, nazione sarà”, pensando a quella dei popoli, che sognavamo uniti dall’Atlantico agli Urali -, ma perché stufi di una Ue che ci tratta da sudditi, che ci lascia soli a fronteggiare l’Africa in ebollizione e gli africani che ne scappano, che ci inonda di direttive inutili e, last but not least, che pretende dagli italiani di tradire l’interesse nazionale in nome di un europeismo di cui non v’è traccia nelle politiche di un Macron o di una Merkel. Se tutto questo equivale a una dichiarazione di guerra, beh allora l’unica cosa di cui siamo stradispiaciuti è che sia già finita. Finita con una resa ignominiosa, con tanto di bandiera alzata e di mani poggiate sul capo. Lo immaginiamo proprio così Gualtieri mentre annuncia giulivo il ritorno dell’Italia giallo-rossa nei ranghi della Ue dopo l’eresia dell’Italia giallo-verde. «Quell’epoca si chiude», sentenzia ora il titolare dell’Economia. Ce ne siamo accorti, aggiungiamo noi. E presto se ne accorgeranno tutti gli italiani. Giusto il tempo di capire che la Ue, anzi l’asse franco-tedesco con i suoi Dombrovskis utilizzati a mo’ di spaventapasseri delle altrui economie dall’alto dei 2 milioni e passa di abitanti delle loro nazioni, non faceva la guerra alle rodomontate di Salvini, ma la fa all’Italia. Chiedere, per conferma, all’europeista Sarkozy, il presidente francese che mandò a uccidere Gheddafi, suo munifico elemosiniere, e a scatenare la Libia solo per colpire i nostri interessi. È questa la Ue di cui ciancia Gualtieri? Certo che sì. Il ministro è contento perché con il Conte-bis la fase della carota ha sostituito quella del bastone, riservata al Conte-uno. Ma è solo un’illusione, uno zuccherino allungato in segno di pelosa gratitudine per aver saputo approfittare del salto carpiato di Salvini. Ma è solo questo. La Ue resterà per noi comunque amara. E presto se ne accorgerà anche Gualtieri.
D’altrode fa parte della sua cultura comunista , il bolscevismo, che non è solo quello della rivoluzione russa ma ciò che nei suoi statuti ancora oggi la sinistra ha come obiettivo, prevede l’aggancio e il riferimento a non ben delineati organi internazionali, naturalmente non amici ma padroni, come fu Stalin, un tempo l’internazionale comunista oggi la cricca cattocomunista EU. Il popolo è un suddito che DEVE solo obbedire:il Direttore parla di regime, non vi è ombra di dubbio: una deputata DEM afferma con malcelata sodddisfazione che la polizia dovrebbe malmenare i manifestanti in piazza, un cuoco comunista li pesterebbe come l’uva, i siti bloccati, il denaro bloccato, ditemi se questo non è uno stato di polizia, i khmer rossi in Cambogia cominciarono cosi: colpiscine uno per educarne 100. Da ultimo chi dovrebbe vigilare, i giustizialisti a gogo, a cui un Costituzione disattenta? Con l’art. 101 ne sancisce il pieno potere, altro che Salvini: la giustizia è amministrata in nome del Popolo, che peraltro è solo nominato ma non elegge perchè si eleggono da soli,i giudici sono soggetti solo alla legge, ma se la impiegano loro ? Sarebbe come se io fossi soggetto alla mia sedia, ma se mi ci siedo sopra? In un momento così graveper la Patria occorre essere veramente capaci: il mantra deve esere SEMPRE COL POPOLO e mobilitazione PERMANENTE!