Fondazione di Renzi: si indaga su 200mila euro al comitato per il sì al referendum
Soldi alla fondazione Open, ma anche al comitato per il sì al referendum costituzionale del 2016. L’avvocato Alberto Bianchi – ex presidente della Fondazione Open, creata per sostenere l’ascesa politica di Matteo Renzi a premier, al tempo in cui era sindaco di Firenze, e finanziare le convention annuali della Leopolda – nei giorni scorsi è stato indagato dalla procura di Firenze nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza il reato di traffico di influenze. Adesso, come trapela dal Corriere della Sera, gli inquirenti vogliono vederci chiaro sull’incarico affidato a Bianchi nel 2016 dal colosso dell’edilizia Toto Costruzioni per un accordo transattivo con la società Autostrade. Un contenzioso da 75 milioni di euro. La parcella dello studio era di circa due milioni: Bianchi incassò 750mila euro lordi che corrispondono a 400 netti. Di questa cifra, scrive il Corriere, duecentomila euro furono versati a Open. Duecentomila euro, hanno accertato le indagini, sono invece finiti al comitato che sosteneva la riforma costituzionale proposta da Renzi. «Più o meno un anno dopo Open ne ha restituiti 190. Bisognava ripianare i debiti della Fondazione», è la versione fornita ufficialmente da Bianchi. Su questi passaggi di denaro la procura di Firenze sta cercando di fare luce. Bianchi è indagato per traffico di influenze ma l’obiettivo degli inquirenti è di verificare se si possa configurare l’ipotesi di finanziamento illecito. E intanto Matteo Renzi commenta: «La procura fiorentina ha molteplici dossier aperti e noi rispettiamo il lavoro dei magistrati, del dottor Creazzo e del dottor Turco. Aspettiamo che arrivino in Cassazione con le sentenze, perché contrastare le inchieste facendo una battaglia mediatica sarebbe assurdo».