Fisco, Conte e Di Maio non tagliano le tasse ma promettono il carcere agli evasori

25 Set 2019 9:46 - di Antonio Marras

Rush al Tesoro sugli ultimi dettagli della Nota di aggiornamento al Def, che potrebbe essere varata già giovedì o comunque entro venerdì, con più probabilità, nel quale dovrebbero entrare anche le misure di lotta all’evasione fiscale. I tecnici del Mef stanno definendo le proiezioni di crescita e conti pubblici, dopo la pubblicazione di lunedì dei dati aggiornati sul 2018 da parte dell’Istat e della Banca d’Italia. Intanto in audizione alla Camera sul ddl Rendiconto e Assestamento, il viceministro all’Economia Antonio Misiani conferma che il deficit/pil 2019 dovrebbe attestarsi “al 2%” e prefigura un pacchetto di misure anti-evasione per reperire le risorse in manovra, tra cui l’introduzione di ”incentivi per l’uso delle carte elettroniche”. A livello tecnico a via XX settembre continuano i lavori sulla revisione della spesa e sulle ipotesi di sfoltimento delle tax expenditures, tavoli che andranno avanti fino alla definizione della manovra di bilancio, attesa in Consiglio dei ministri entro il 15 ottobre. Ma per capire il margine di manovra del governo per le misure annunciate, progetto di taglio del cuneo in primis, bisognerà aspettare le stime per il 2020 della Nota al Def. Nella migliore delle ipotesi il pil italiano il prossimo anno non dovrebbe superare lo 0,5%, con una revisione al ribasso rispetto ad aprile (crescita programmatica allo 0,7%) e in linea con gli istituti internazionali.

Brutte notizie sul fronte del Pil

Il 2019 dovrebbe invece chiudere con una crescita al lumicino, se non piatta, mentre l’istituto nazionale di statistica ha ribassato il pil 2018 dal precedente +0,9 a 0,8%. Stime quelle dell’Istat che i tecnici del Mef stanno recependo nella Nota. Quanto al deficit potrebbe restare intorno al 2%, a patto di ottenere qualche deroga legata alla flessibilità Ue. Resta l’incognita del debito pubblico, dopo la revisione al rialzo da parte della Banca d’Italia dello stock 2018 al 134,8% del Pil dal 132,2 stimato in precedenza. Va da sé che le stime indicate dal precedente governo ad aprile di un calo dal 132,6% del 2019 al 131,3 nel 2020 saranno disattese, sia per la revisione del dato 2018 da parte di Via Nazionale sia perché la stima includeva un piano di privatizzazioni da 18 mld talmente ambizioso da venire disatteso.

Incentivi per chi non usa il contante

E per reperire le risorse in manovra è atteso un rafforzamento della lotta all’evasione. «E’ un grande problema del paese perché ogni anno 110 miliardi di euro vengono sottratti a fisco e all’Inps»’ spiega Misiani. Occorre proseguire sulla strada della tracciabilità ”con una serie di misure” tra cui l’introduzione di ”incentivi per l’uso delle carte elettroniche”, sottolinea. Questa può essere ”una strada fruttuosa per recuperare un ammontare di risorse significativo e cruciale per finanziare gli impegni rilevantissimi che attendono il paese nella prospettiva della legge bilancio 2020” a partire dalla sterilizzazione dell’Iva per 23,1 miliardi di euro. Anche Di Maio si lascia andare ai soliti annunci, caratteristici di tutti i governi: «La lotta all’evasione è molto più semplice perchè abbiamo strumenti informatici che ci consentono di tracciare i pagamenti. Credo che la lotta in Italia all’evasione significhi lottare contro i grandi evasori e farlo anche con misure coercitive molto forti come il carcere per i grandi evasori, perchè quello è un deterrente e ferma subito una serie di pratiche che poi vanno a danno dei cittadini onesti che ogni giorno pagano le tasse e fanno i salti mortali per pagarle». Conte invece chiede un patto con i cittadini onesti: «Non si tratta di una singola misura, stiamo lavorando a un provvedimento complessivo come mai è stato fatto in passato. – spiega il premier – Voglio preparare gli italiani: se riterremo, dopo aver effettuato le simulazioni, che sia percorribile, chiedo un patto con tutti i cittadini onesti, di accettare questa sorpresa, questo provvedimento innovativo, per pagare meno tutti. Se vogliamo una svolta radicale, non bastano i palliativi».

Commenti

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  • giovanni vuolo 25 Settembre 2019

    Distruggeranno l’economia con idee sinistrate !!! Innanzitutto parecchi risparmiatori hanno pensato di mettere da parte dei contanti, onestamente sudati, per non consegnare tutto nelle mani di Istituti che spesso e volentieri fanno il botto. Se ci mettiamo che il contante spesso è anche una difesa della privacy ( di pensi a chi vuol fare un regalo all’amante, etc.,). Dunque non tutto il contante è farina del demonio. Ma questa lotta senza quartiere all’uso della cartamoneta demolirà l’economia, e noi tutti saremo schedati attraverso i nostri acquisti. Questo è il vero totalitarismo.

  • maurizio pinna 25 Settembre 2019

    Il primo fu lo stesso Lenin. Nel 1920 la Russia nonostante l’eliminazione degli zaristi, dei ricchi, la confisca dei patrimoni e l’esproprio proletario , non riusciva più a sfamare il popolo, perché le campagne erano abbandonate, il sistema finanziario a pezzi e l’industria completamente ferma. Era arrivata anche la richiesta della solita Germania che pretendeva il risarcimento in oro dei danni di guerra, per cui si cogitò di tassare gli alimenti. Il popolo insorse protestando e lui prima mandò i cosacchi a pestarli, né più e né meno come faceva lo Zar, poi inaugurò i gulag siberiani. Sembra di sentire i nostri: tassare il cibo e per i grandi riottosi un po’ di carcere. Un concetto di Stato più sovietico che etico.