Donne picchiate, l’immigrato è tornato in carcere. La Meloni: «Domiciliari, una follia»

13 Set 2019 10:05 - di Franco Bianchini

Dopo le polemiche, con Giorgia Meloni in prima fila, il 24enne del Togo non sta più ai domiciliari ma è tornato in carcere. Lunedì scorso aveva aggredito con violenza e senza motivo due donne nel sottopasso ferroviario della stazione di Lecco. Arrestato dalla Polfer subito dopo le aggressioni, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Lecco su richiesta della Procura, sulla base delle indagini della polizia, è stato ricondotto in galera.

Alla notizia dei domiciliari erano scoppiate forti polemiche. «Sconvolgente. Donne brutalmente aggredite a Lecco, una poteva morire. L’immigrato responsabile di questo crimine è stato subito scarcerato e mandato ai domiciliari». Le parole di Giorgia Meloni sulla sua pagina Facebook. «Gli italiani sono stanchi di queste follie. Solidarietà alle donne aggredite e alle Forze dell’Ordine continuamente umiliate nel loro lavoro da incomprensibili decisioni di certi giudici. Il ministro della giustizia Bonafede non ha proprio nulla da dire?».

Durissima era stata anche la reazione del sindacato di polizia Sulp. «A poco è servito il solerte intervento per la sua cattura da parte del personale Polfer cui va tutta la stima per l’indiscussa professionalità e il plauso per l’efficace e solerte intervento che ha evitato che il folle gesto si potesse replicare ulteriormente. A poco è servito l’arresto di una persona che tranquillamente vagava indisturbata pronta a colpire e magari anche a uccidere chiunque in pieno centro città all’interno di una stazione ferroviaria. A nulla serve rischiare la vita dei colleghi e dei cittadini se dopo un episodio simile e dopo l’imminente arresto, un criminale è stato in un primo momento sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Uno schiaffo morale a chi tutti i giorni si alza al mattino per adempiere al giuramento e al senso del dovere. Uno schiaffo morale a chi dovrebbe essere protetto dalle Istituzioni, che dopo un arresto vedono un potenziale assassino, già noto alle forze dell’ordine, con le sole restrizioni dei domiciliari».

Commenti

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  • claudio Bianchini 13 Settembre 2019

    Va riformato/eliminato il CSM. Va introdotta la piena e totale responsabilità civile dei magistrati, in forma diretta, e non come previsto dalle norme attuali. Il magistrato che compie errori di valutazione assurdi ed inspiegabili, mettendo a rischio la incolumità della cittadinanza, deve essere licenziato in tronco come capiterebbe a qualsiasi altro lavoratore dipendente. Avv. Claudio Bianchini