Don Aniello Manganiello contro la “svolta” sui migranti: «Non possiamo prenderci tutta l’Africa»

3 Set 2019 15:05 - di Carlo Marini

«Cosa intenderà Zingaretti quando dice che sull’immigrazione serve una svolta radicale? Svolta radicale? Ci dovremo prendere tutta L’Africa perché è questo che ci chiede l’Europa?». Lo scrive su Fb Don Aniello Manganiello, sacerdote napoletano impegnato da sempre contro la criminalità organizzata.

«Non so se Zingaretti – si legge nel post allarmato di don Aniello – si è mai recato a Castelvolturno, alla località Mezzanone di Foggia, alle centinaia di supermercati dove i migranti chiedono l’elemosina, oppure nei casolari di campagna abbandonati, nelle stazioni ferroviarie, soprattutto le stazioni secondarie, nelle piazze di spaccio oppure nei luoghi di prostituzione? A questa gente la coscienza rimorde quando i migranti sono sui gommoni o sulle navi delle ONG. Poi quando sono a terra la coscienza pensa ad altro. Io ho sempre espresso il mio parere: non condivido questo tipo di immigrazione. Perché è una immigrazione che fa male a loro che vengono e a noi italiani. È un danno per entrambi».

Chi è don Aniello Manganiello

Don Aniello Manganiello è un prete di trincea, che ha avuto il coraggio di prendere di petto camorristi e spacciatori. Un sacerdote che ha promosso iniziative per diffondere la cultura della legalità, soprattutto tra i giovani sia a Napoli e in Campania che nell’intero Paese. Autore del libro Gesù è più forte della camorra, dove ha raccontato gli anni trascorsi a Scampua, padre Manganiello ha fondato l’associazione Ultimi per la legalità, che ha presìdi in tutta Italia. 


I commenti su Facebook non si sono fatti attendere. E mentre qualcuno si dice preoccupato dalle frasi di don Aniello sui migranti, la maggioranza si schiera decisamente col sacerdote campano.  «Sentire dire da un parroco queste parole significa che vive i territori e vede le sofferenza di questa povera gente non come i buonisti di tastiera».

I commenti su Fb: “Tu sei un parroco che ha il polso del territorio”

E ancora: «Ti accuseranno di essere un parroco “reazionario”, ma Tu sei l’unico testimone sul posto». C’è poi chi osserva: «È inutile fare gli indignati a comando, i buonisti e gli ipocriti. Questa politica non fa bene a nessuno, li accogliamo, e poi? Cosa facciamo per includerli attivamente? È’ accoglienza lasciare interi quartieri invasi da gente che non ha un obiettivo, non conosce la lingua, non si misura con la collettività; è questo un bene per noi e per loro?».

I fedeli cattolici, che evidentemente non condividono le campagne della Cei e di Famiglia Cristiana, lo dicono chiaramente. «Finalmente un pensiero di carità vera. Don Aniello ho sempre pensato che dietro questa politica di immigrazione assurda c’è un volere delle grandi potenze di svendere l’africa perché quando si toglie la forza lavoro i giovani ad una nazione la stai uccidendo per poi farci i loro comodi tanto chi starà a difendere questa grande nazione i vecchi e i bambini?».

Una sequela di complimenti che vanno da un semplice: «Sei il sacerdote della verità. Dovrebbero seguire il tuo esempio. Un abbraccio». A chi si schiera con don Aniello, senza indugi. «Chi è Parroco tra la gente ha il polso del territorio e tu caro Don Manganiello di strada ne macini tanta. Sempre accanto a te».

Commenti

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  • maurizio pinna 3 Settembre 2019

    Il ragazzo ha coraggio, comunque da appassionato ed ex docente di Storia mi ha colpito il cognome: Manganiello fu un prefetto della RSI, catturato dai partigiani comunisti,mentre viaggiava senza scorta, venne fucilato assieme ad un’ausiliaria in stato interessante, con lui per un passaggio. Sembra che quella di assassinare le donne incinta fosse una finezza di certi compagni, quando si dice essere democratici.