Dimenticare Casaleggio: il M5S pronto a votare Fiano, il dem che insultò il guru
Neppure una parola, un sussurro, un flebile alito di vento che certificasse l’esistenza in vita dello spirito anti-Casta dei grillini. Neanche se quella parole o quel sussurro serve a difendere la memoria di Gianroberto Casaleggio, il guru visionario, demiurgo molto più di Beppe Grillo della nascita e dell’ascesa dei Cinquestelle. Ma non anche dell’attuale fase declinante, il cui peso grava evidentemente su ben altre spalle. È proprio vero che ad andarsene sono sempre i migliori. Ma anche che chi muore, muore e chi resta si consola. E quindi, dimentica.
L’assordante silenzio dei grillini e di Casaleggio Jr.
Già, perché solo un clamoroso vuoto di memoria riesce a spiegare il silenzio assordante di Di Maio, Fico, Di Battista e dello stesso Casaleggio Jr. di fronte alla sempre più probabile nomina del Pd Emanuele Fiano a sottosegretario all’Interno. È lo stesso, Fiano, che salutò con parole di fuoco il cosiddetto malignate, uno scandalo mai chiarito sulla posta elettronica sotto il controllo dei capi del MoVimento e che gli costò una querela per diffamazione da parte di Casaleggio: «Si spiano con i soldi dei contribuenti, decidono a casa Casaleggio nessuno sa chi o cosa e parlano di democrazia? La faccia come il culo #gurugate».
Fiano ha invocato l’immunità parlamentare
Una botta micidiale, che tuttavia il prode deputato dem non ha rivendicato come prova del proprio coraggio civile, ma come privilegio del proprio status. Tanto da nascondersi eroicamente dietro la tanto esecrata e aborrita (dai grillini) immunità parlamentare. E così tutto è chiaro: i Cinquestelle tacciono sulle offese al loro fondatore perché consapevoli che presto potranno (e dovranno) dare il loro sostegno ad un sottosegretario che si è trincerato dietro l’odioso privilegio dell’immunità parlamentare per evitare il tribunale. Ma non era proprio questo il vizio capitale della Casta al potere? O si deve pensare che poiché al potere ci sono loro, i grillini, la Casta la sentono un po’ pure casa loro? Se è così, bastava dirlo. Comunque sia, che brutta fine, ragazzi