Cibo Made in Italy fasullo, un danno da 100 miliardi. Iniziativa di FdI

24 Set 2019 13:09 - di Davide Ventola

Il cibo Made in Italy contraffatto vale 100 miliardi di euro e costa trecentomila posti di lavoro. Il fenomeno ha registrato un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio, in particolare per effetto della pirateria internazionale che, come ha ricordato la Coldiretti, «utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale».

A far esplodere il cibo contraffatto, che ruba all’Italia trecentomila posti di lavoro, è stata paradossalmente la richiesta di Made In Italy all’estero con la proliferazione di imitazioni low cost ma anche le guerre commerciali scaturite dalle tensioni politiche. Caro ci sono costate le sanzioni Ue ai danni della Russia. Il danno ce lo siamo procurati da soli. A Mosca, per tutta risposta, hanno ingaggiato professionisti italiani che hanno formato manodopera locale per la produzione di salumi, formaggi e mozzarelle etichettati col marchio italiano. L’embargo è diventato un clamoroso autogol. Un caso a parte merita il Parmesan, che su scala internazionale ha sostituito il nostro marchio dop. È stato impiegato perfino in alcune puntate di Masterchef al posto del nostro parmigiano.

Il deputato di FdI, Luca De Carlo, sulla scia di un raccolta firme di Coldiretti per sensibilizzare governo e opinione pubblica sull’argomento, ha dato vita ad un’azione parlamentare per la salvaguardia e la garanzia delle aziende e dei consumatori italiani.

La risoluzione di De Carlo per il Made in Italy

«È indispensabile – ha detto il deputato di Fratelli d’Italia – una normativa comunitaria che obblighi tutti gli Stati membri dell’Unione europea ad apporre sui propri prodotti un’etichetta identificativa della provenienza della merce in commercio». Da qui la risoluzione di De Carlo, in Commissione Agricoltura della Camera. «Chiedo che lo Stato italiano si impegni per questo, che si attivi per tutelare seriamente non solo l’autenticità della produzione nazionale ma che sviluppi una politica di salvaguardia del marchio italiano come della salute dei cittadini che acquistano. Ad oltre 100 miliardi di euro ammonta il valore del falso Made in Italy che danneggia fortemente i nostri produttori. Per una migliore riconoscibilità della provenienza – ha concluso De Carlo – ho presentato una risoluzione per chiedere che nell’etichetta vi sia riportata la bandiera nazionale di origine del prodotto in vendita. Basta trucchi e basta inganni».

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