Banche, chiavette, sicurezza dei dati: ecco cosa cambia per i risparmiatori dal 14 settembre

13 Set 2019 11:10 - di Redazione

Internet e banking, un binomio sempre più consolidato che entra nel vivo delle sue possibilità – ma anche delle sue criticità – quando si parla di sicurezza dei dati bancari. E allora, come rilancia il sito de la Repubblica in queste ore, tra gli altri, e come molti istituti bancari hanno già provveduto a fare inviando lettere e e-mail, nello sconfinato universo dei pagamenti digitali sta per entrare in azione un provvedimento previsto dalla direttiva europea ribattezzata PSD2. Una iniziativa annunciata da tempo, nata da una costola di un provvedimento Ue del 2015 e che invece, per parte della sua realizzazione, dovrà attendere ancora. Tanto che , come riporta il quotidiano appena citato, «un altro tassello della direttiva, che sarebbe dovuta entrare in vigore sempre il 14 settembre, è stato prorogato a data da destinarsi ma solo per quegli istituti bancari che si sono fatti cogliere di sorpresa»…

Banche dati e sicurezza bancaria: ecco cosa cambia dal 14 settembre

L’obiettivo da raggiungere, dunque, è quello che punta alla realizzazione di servizi bancari sempre più fluidi: e allora, a partire dal 14 settembre, le banche dovranno rispettare l’obbligo di condividere con terzi le informazioni raccolte e custodite sui propri correntisti ma a condizione che il clienti autorizzi la procedura prevista su base volontaria. terze parti che, come sottolinea opportunamente anche la Repubblica, «hanno dei nomi da filastrocca: Pisp, Aisp e Cisp ma a ogni sigla corrisponde qualcosa di preciso e, potenzialmente, di grande utilità per il consumatore». Entriamo allora nel merito e vediamo cosa sono queste nuove realtà in uno schema riassuntivo riportato di seguito.

1) I Pisp (Payment Initiation Service Providers), riporta Repubblica, «sono società intermediarie tra il pagatore (consumatori o aziende) e la propria banca che hanno lo scopo di versare denaro a un terzo soggetto. Grazie ai Pisp sarà possibile effettuare un pagamento su un sito di ecommerce (impossibile non pensare ad Amazon) senza inserire i dati della propria carta di credito o bancomat, perché sarà il venditore ad accedere direttamente al nostro conto (previa una nostra prima autorizzazione, che in seguito verrà ricordata) e prelevare. Altri giganti del panorama digitale, come Google e Facebook, potranno beneficiare di questa nuova opportunità addebitando i clienti senza passare per il tramite di alcuna carta».
2) Gli Aisp (Account Information Service Provider) sono servizi che “spiano” (se acconsentito dai clienti) i nostri conti correnti e le nostre carte, «analizzano e aggregano questi dati per fornirci un quadro complessivo delle nostre finanze in un’unica schermata. Ad esempio un report sul nostro patrimonio complessivo, le entrate e le uscite del mese. E in base a questi dati possono fornire consigli su come investire i nostri soldi o proporre strumenti “salvadanaio”. Cosa non possono fare: operare sul conto corrente o detenere i soldi del cliente», riporta sempre il sito de la Repubblica.
3) I Cisp (Card Issuer Service Providers) sono invece soggetti che emettono carte di pagamento. Solo che, a differenza delle prepagate, queste card sono direttamente collegate al conto corrente, anche se aperto in una banca differente. «I Cisp forniscono la carta ma non detengono il denaro del cliente – spiega e conclude la Repubblica – hanno però un canale privilegiato per accedervi».

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